LA SINISTRA (di governo e non) vive (e ha sempre vissuto) di miti. Operazione tutt’altro che illegittima. Ma su cui avrebbe dovuto e dovrebbe mettere dei paletti. Quindi, ecco il mito della «Costituzione più bella del mondo» (il che magari è pure vero). Della Resistenza come grande fatto di popolo, quando è invece chiaro che si trattò di un’élite con le armi in pugno. Degli scomparsi leader comunisti Nilde Iotti e Pietro Ingrao che tutti tirano per la giacca dichiarando – specie da parte renziana – che oggi sarebbero sicuramente a favore del monocameralismo del premier e di conseguenza della sua riforma. Addirittura Matteo Renzi cita Enrico Berlinguer, che, of course, si sarebbe schierato con i comitati per il «Sì». La migliore di tutti, poi, riguarda i partigiani (quelli «veri» come dice la Boschi senza spiegarci chi sarebbero costoro: le Brigate Garibaldi, le Matteotti, le Mazzini, i Gap, le Sap?) decisamente a favore del presidente del Consiglio.

DI FRONTE a questo triste spettacolo, la domanda è: ma che senso ha tutto questo vociare? In buona sostanza, che c’entrano i partigiani con la riforma costituzionale e che senso ha rievocare la figura di Berlinguer morto nel 1984, quindi secoli fa? E ancora: perché mai Ingrao dovrebbe essere evocato come inflessibile difensore della Costituzione o, al contrario, come ardito riformatore della stessa? Legittimo sospetto: il vuoto di idee e di politica in qualche modo va colmato con qualcosa che faccia sentire il richiamo della foresta. Il problema è che questo richiamo funziona sempre meno. E non solo e non tanto per la «fine delle ideologie» – citate anch’esse non sempre a proposito –, ma anche e sopratutto perché i partiti, supremo strumento di mediazione tra cittadini e Istituzioni non esistono (quasi) più. Altro discorso poi riguarderebbe i protagonisti evocati. Fu, parafrasando il grande direttore (partigiano) del Giorno Italo Pietra, «vera gloria»? Ma loro, niente. Continuano a giocare litigandosi: «Questo è mio». «No, è mio». Senza rendersi conto, perdonateci il prosaico ragionamento, che, come diceva il vecchio Nenni (partigiano e socialista) la gente vuol sapere di «case, scuole, ospedali». E che i partigiani, probabilmente, se vedessero questo spettacolo, appoggerebbero il fucile a un albero. Basiti.