DICEVA l’antico adagio: «L’aria delle città rende più liberi». E, a giudicare dalla campagna elettorale per queste delicatissime elezioni comunali, anche più creativi. Liste dal nome un po’ così, programmi improbabili, una «pazza gioia» contagiosa, fatta di momenti di acuta depressione e di picchi di inarrestabile euforia. Come a Napoli. Là si muove Antonio Del Piano. Punto focale del suo programma: «Realizziamo il Maradona Stadium». Basta mettere un azionariato popolare per comprare il San Paolo. Il solito maniaco del football? Macché. Il Nostro indica sul suo sito (www.ricominciodadieci.it) dieci grandi personalità «per ripartire»: tra queste, oltre, of course, a Maradona, Totò, Matilde Serao, Eduardo De Filippo, il cronista ucciso dalla camorra Giancarlo Siani, la Pizza Margherita. E Massimo Troisi, che «ricominciava da tre» mentre Antonio da dieci (doppia citazione: al grande attore e al grande calciatore). Senza fronzoli il programma: «Chiudere Equitalia». La sua lista non è stata ammessa.

ALTRE proposte di certo spessore arrivano da Roma. E, sempre a proposito di calcio, ecco il nipote di Aldo Biscardi (che aveva i capelli rossi e la tessera del Pci) – si chiama Aldo Maria – in lizza con La Destra di Francesco Storace, mentre Cristian Lenzini, nipote del presidente del primo scudetto della Lazio, si schiera con Giorgia Meloni. La quale propone l’albo delle baby sitter. E nelle sue file spunta una nipotina del Duce: Rachele Mussolini. Nome evocativo (così si chiamava la moglie del dittatore) cui Forza Italia contrappone la più nota Alessandra. Derby in famiglia. Il tutto mentre Dario Di Francesco, sempre nella Capitale, si proclama, generosamente, «il nuovo Spartaco», pronto, a quanto pare, «a guidare la rivolta degli schiavi». Nomi oscuri in cerca di luce, ma anche il contrario: è il caso di Daniela Martani. Assieme a Giobbe Covatta sta coi Verdi. Curriculum denso: protagonista del Grande Fratello, in lotta per Alitalia, sul suo sito non lascia dubbi sul suo stile, «una vita da vegana» (Ligabue cit.). E se cercate la perfetta metafora della campagna elettorale di Stefano Fassina (Sinistra Italiana), ecco in lista Enrico Capuano: sì, proprio quello di Tammurriatarock.

MA USCIAMO un attimo dal Raccordo Anulare. Andiamo a Milano. Stefano Parisi, già socialista, candidato di un centrodestra con la Lega magna pars, rivela: «Non tifo né Inter né Milan, ma sono molto anti-juventino». Insomma, fissiamo alcuni paletti. Mentre dal centrosinistra Giuseppe Sala – dopo un inizio passato a sgolarsi: «Ho sempre votato Pci» nonostante l’intensa collaborazione con Letizia Moratti – tra le proposte ne ha una cui tiene molto. Trasformare il sito di Expo «in una zona franca defiscalizzata» anche perché bisogna «efficientare la macchina». Efficientare.

CHI VUOLE efficientare è anche la grillina Virginia Raggi costruendo una funivia per collegare periferia e metropolitane. Social scatenati: «E lo skilift per il Pincio?», mentre c’è chi chiede «il Colosseo anche a Cortina». Il tutto mentre a Torino Giorgio Airaudo (Sinistra Italiana) prevede un 2025 con sole auto elettriche in centro e in Riviera ‘Rimini People’ stende un programma denso di proposte per i bambini dopo una bella merenda con mamme e nonne. Molti i diritti elencati: «alla città, all’ozio, a sporcarsi, al selvaggio». E, soprattutto, «alle sfumature». Ah. E Bologna? Poche chiacchiere, sostiene il meloniano Fabio Garagnani: «Il personale militare in divisa viaggi gratis». Fulminea replica del sindaco ricandidato, il dem Virginio Merola: «Bus gratis per i ragazzi delle medie oltre che per quelli delle elementari».