“Parliament first”. La Corte suprema ha deciso: il governo di destra guidato dalla May dovrà passare dal Parlamento per far scattare l’articolo 50 del trattato di Lisbona.

Insomma, la Brexit arriverà, ma le regole vanno rispettate. E, volenti o nolenti, anche gli eurofobici devono farsene una ragione.

Evitare il Parlamento vorrebbe dire violare il diritto della sovranità parlamentare. Tutto nasce nel 1972: in quegli anni, purtroppo ormai lontanissimi, gli atti legislativi permisero ai britannici di entrare nella Cee. La Corte ha poi anche deliberato che il governo non ha nessun obbligo di consultare i parlamenti di Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Sarà. Ma la premier scozzese Nicola Sturgeon ha già promesso battaglia. E lei è un tipino tosto.

Morale: mai dar niente per scontato. Anche perché c’è chi sostiene una tesi (angosciosa): e cioè che con la Brexit gli stessi accordi del 1998 che portarono la pace in Irlanda del Nord potrebbero subire serie ripercussioni. Non dimenticando che in Irlanda del Nord si vota il 2 marzo. Domani, praticamente.