CI RISIAMO. È più forte di lui. Monsieur Emmanuel Macron, neopresidente di Francia, ne combina un’altra delle sue. Scandisce: «Si incrociano persone che hanno avuto successo e persone che non sono niente». Qualcuno ricorderà che cosa aveva detto il 30 giugno: nessuna conferenza stampa il 14 luglio, festa nazionale. «La complessità del pensiero del presidente mal si presta al gioco delle domande e risposte coi giornalisti» (della serie: duri di comprendonio). Per inciso: il 14 luglio è ricordato perché ci fu, correva l’anno 1789, la presa della Bastiglia e l’inizio della Rivoluzione francese.

OVVIO: la frase ha risvegliato il vulcano della politica. Polemiche a non finire. Sulla Rete e nelle piazze, peraltro già impegnate a seguire con passione infinita la Grande Boucle, il Tour de France. Il presidentissimo ha sfoggiato quest’altra perla all’inaugurazione della Station F di Parigi, il principale incubatore di start up del Paese. Ha detto agli imprenditori: «Non dovete pensare nemmeno per un secondo che se domani la vostra start up o i vostri investimenti riusciranno, allora la cosa sarà fatta. No, perché voi vi state formando dentro una stazione ferroviaria, e una stazione è un luogo in cui si incontrano persone che hanno avuto successo e persone che non sono niente». Un «disprezzo di classe» che non è piaciuto.
A destra e a sinistra. Anche perché in molti hanno pensato che il presidente facesse autobiografia.
COMUNQUE, sulla scia del ‘non c’è due senza tre’, vediamo che succederà oggi. A Versailles, Macron parlerà davanti al Parlamento in seduta comune. E già si polemizza con accuse di «bonapartismo» per questa specie di discorso sullo ‘stato dell’Unione’ che fa gridare alla «tentazione plebiscitaria». Chissà, magari potrebbe ispirarsi al marchese del Grillo: «Io so’ io e voi nun siete un cazzo!».