CHE lo Ius soli sia argomento delicato per la tenuta del governo Gentiloni è accertato. Che lo scontro travalichi le solite litanìe politiche anche. Che il duello sia tra due schieramenti trasversali e ideologicamente assai motivati pure. Ma il problema è che, giorno dopo giorno, la situazione si complica. Anche perché tra i protagonisti della delicatissima querelle c’è un pezzo da novanta del governo, Graziano Delrio, potente ministro dei Trasporti. Il quale aderisce con una sessantina di parlamentari, come annuncia il senatore Pd Luigi Manconi, allo sciopero della fame a staffetta che comincia oggi per sostenere lo Ius soli. Con Delrio lo stesso Manconi, Angelo Rughetti (sottosegretario Pd) nonché un antico militante radicale (iscritto sia al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale sia a Radicali italiani) come Benedetto Della Vedova.
PAOLO GENTILONI l’ha detto chiaro: «Vorrei avere non solo il coraggio, che non mi manca, ma i numeri per approvare la legge». Quindi è chiaro che l’iniziativa pone interrogativi politici di non poco conto. Specie se leggiamo i nomi dei parlamentari che aderiscono: dal sottosegretario alle Politiche agricole Andrea Olivero a un esponente di spicco di Articolo 1-Mdp: Paolo Corsini, dalemiano di ferro ed ex sindaco di Brescia. Da Loredana De Petris di Sinistra italiana a Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera, a Michele Piras (Mdp). L’adesione di Delrio conferma la sua sensibilità verso questi temi. Nel Pd non mancarono divergenze sul tema migranti e Ong tra lui e il ministro dell’Interno Marco Minniti. Divergenze cui, pur in tono scherzoso, accennò il leader del Pd Matteo Renzi alla festa dell’Unità nazionale a Imola: «Minniti fa la destra, Delrio fa la sinistra. Se pensate da dove arrivano…».
Importante puntualizzare il ruolo decisivo dei Radicali Italiani, i quali, riportando in auge un tipo di lotta che ha fatto la loro storia, hanno proclamato uno sciopero della fame a staffetta che segue una campagna che ha un titolo inequivocabile: «Ero straniero». Ero, appunto. Due giorni fa, sollevando polemiche nel centrodestra e da parte della Lega, centinaia di docenti hanno aderito alla campagna.
NELLA POLEMICA politica ha buon gioco a inserirsi uno dei rappresentanti più autorevoli di Mdp, Arturo Scotto. Che, riferendosi a Delrio, scandisce: «Francamente non capisco: un ministro non fa lo sciopero della fame su un provvedimento bloccato dalla stessa maggioranza che sostiene il governo di cui è membro. Se questa legge è così dirimente per la coscienza di Delrio, non servono scioperi della fame ma atti politici concreti. Fino ad arrivare a lasciare quel governo. Altrimenti è solo un’operazione pubblicitaria. E non va bene. Non si possono fare troppe parti in commedia».