La Biblioteca

Starnone, ovvero della qualità

C’è una bambina che danza sul balcone della casa di fronte.

È una bambina di Milano perché parla bene, senza inflessioni dialettali napoletane.

E poi c’è la nonna, la dolcissima nonna che ha un debole per il protagonista: lo coccola, lo indirizza, lo istruisce, lei che istruita non è. E che lo mette in guardia: «Se sai della morte, non cresci più».

Poi c’è Lello, l’amico d’infanzia, epici duelli con lui fino alla sconfitta che arriva alla fine ma che forse non è una sconfitta.

E che dire della morte? Sta sullo sfondo, sta nella vita, sta al cimitero, è protagonista. Peccato che la bambina di Milano (ma sarà davvero di Milano?) muoia presto. Diventa un’ossessione, un ricordo che matura impetuoso e che scandisce tutte, ma proprio tutte, le fasi della vita del protagonista.

Sino alla fine, quando, diventato vecchio, il Nostro trova la soluzione. Un quasi eterno fanciullo che ama giocare con le parole, che studia glottologia, ma le cui vere passioni, pur coltivate tra mille pigrizie e incertezze, sono la letteratura e la scrittura. Comincia presto a raccontare storie, piene di mostri e di fosse di morti nel cortile della (prima) casa.

Un bel romanzo, che certifica, casomai ce ne fosse ancora bisogno, Domenico Starnone come scrittore di altissima qualità. Con quel tocco di leggerezza che dà forza al lettore. La vita non è bella e non è brutta. Solo originale. Lo diceva anche Italo Svevo, del resto...
Francesco Ghidetti
Vita mortale e immortale
della bambina di Milano
Einaudi
di Domenico Starnone
145 pp, 16,50 euro
*****

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