Piero Giarda, ministro ai rapporti con Parlamento, in un’intervista ha chiarito: si’ alla razionalizzazione della spesa pubblica con la spending review, ma no al calo delle tasse perche’ le risorse liberate spesa basterebbero solo a mantenere in ordine i conti pubblici e a centrare il pareggio nel 2013. Ineccepibile. I soldi per abbassare le tasse possono essere recuperati in altro modo: dalla lotta all’evasione fiscale, per esempio. E poi chi lo ha deto che tutte le tasse devono essere abbassate? Basterebbero quelle su imprese e lavoratori. E quante sono le risorse che potrebbero essere liberate da uno Stato che smetta anche quel poco che ancora fa al posto dei privati? Andiamo per ordine e iniziamo da una carrellata di ciò che è accaduto nel resto del mondo, sfruttando un buon servizio dell’Ansa che riporta un dossier del Servizio Studi del Senato. Un dato per tutti: i vari programmi di spending review varati all’estero hanno portato a risparmi per oltre 30 miliardi di euro.

– AUSTRALIA: Dodici strategic review sono state condotte dal 2008 ad oggi.  Le voci di spesa da esaminare vengono individuate dal Ministro delle Finanze e successivamente approvate dal resto dell’esecutivo. Ogni review viene condotta su un orizzonte temporale di 4-6 mesi da circa 4 membri del team.
– CANADA: Nel quadriennio 1994-1997, la spending review ha portato a una contrazione della spesa di oltre il 10%, ridimensionando il settore pubblico nel suo complesso, con una riduzione dell’impiego pubblico del 19%, pari a 45.000 unita’.
– FINLANDIA: Il programma di spending review prevede una riduzione del personale dipendente pari a 4.884 unita’ tra il 2011 e il 2015. Attraverso il Programma di Produttivita’, il governo centrale finlandese e’ stato in grado di riallocare 250 milioni di euro nei vari comparti della pubblica amministrazione nel 2008 e 360 milioni nel 2009. A decorrere dal 2012, 80 milioni di euro sono stati stanziati per lo sviluppo di sistemi informativi ed altri strumenti per incremento di produttivita’.
– GIAPPONE: Nel 2009 il Giappone ha adottato un sistema di revisione della spesa, ad oggi non ancora conclusosi. La spending review giapponese ha portato ad un risparmio di 42 miliardi di dollari (32,14 miliardi di euro), pari ad una contrazione del 40% della relativa spesa.
– OLANDA: tornata in auge nel 2009 ha prodotto, all’ultimo round, risparmi pari a 35 miliardi di euro.
– REGNO UNITO: Gli obiettivi prevedono tagli alla spesa pubblica per 81 miliardi di sterline (97,7 miliardi di euro) dal 2011 al 2015; tagli ai ministeri per un importo medio pari al 19%; taglio di 7 miliardi di sterline alle spese per il welfare state, inclusi i benefici fiscali e taglio del 7% agli enti locali.

Quanto all’Italia Giarda ha riferito che, grazie agli interventi presi negli ultimi quattro anni,  il totale della spesa pubblica dal 2009 al 2013 si presenta costante, circa 727 miliardi di euro al netto degli interessi. Per la prima volta, insomma, non è cresciuta.