Non ha detto sì, ma non ha neppure detto no. Non è poco visto che parliamo della signora Angela merkel, Cancelliere della Germania. Una che — tutta Europa l’ha bene appreso in questi mesi — quando deve pronunciare un «nein» provvede senza lasciare spazio a interpretazioni di sorta. Che ha detto la Cancelliera? Questo: «I fondi di salvataggio Efsf ed Esm prevedono la possibilita’ di acquistare titoli di Stato sul mercato secondario ma questa al momento non e’ in discussione». E’ un no? No. E’ un sì? Troppa grazia. Ma è sicuramente un’apertura se si considera che è arrivata al termine di una giornata nella quale si è sprecato il fuoco di fila contro la proposta avanzata — secondo indiscrezioni robuste — dal premier italiano Mario Monti al G20. Proposta addirittura accusata dall’Unione europea — uno dei protagonisti più sonnachiosi nella gestione della crisi — di essere «paracetamolo finanziario». Una toppa per l’emergenza, insomma. Come se, con i tempi che corrono, fosse poco cosa.
In sostanza, la proposta Monti prevede che, per stabilizzare gli spread, i fondi salvastati (il transitorio Efsf e il permanente Esm la cui ratifica è in corso) possano acquistare titoli di Stato dei paesi sotto tiro a patto che i paesi medesimi rispettino determinate condizioni (rigore, riforme, ecc…). Un passo in più verso la mutualizzazione del debito europeo tra Stati virtuosi e Stati farfalloni.  Considerando che sono mesi che si discute inutilmente, per esempio, di eurobond, e sono mesi che i paesi più deboli sono costretti a incassare i no tedeschi, la frase della Merkel («Si possono fare» anche «se non se ne discute») non pare poca cosa.