Il vertice europeo appena concluso è stato un fiasco o un successo per chi sperava in un deciso passo avanti dell’Eurozona verso la stabilità? Difficile dirlo, cantano vittoria tutti, anche chi sta su fronti contrapposti. E’ soddisfatta la tedesca Merkel, sono soddisfatti il francese Hollande e l’italiano Monti. Ma si potrebbe scrivere che sono tutti delusi e non si farebbe certo torto alla cronaca. Quel che è andata in scena, in fondo, non è che il solito balletto a cui l’Europa ci ha abituati in questi mesi. Meglio attenersi ai fatti: il Consiglio europeo ha trovato l’accordo sul fatto che le 6000 banche dell’eurozona saranno gradualmente poste sotto la supervisione della Bce entro il 2014 e ciò renderà possibile la ricapitalizzazione diretta delle banche in sofferenza attraverso il fondo salva Stati Esm evitando, di conseguenza, di pesare sui conti pubblici degli Stati. La Germania voleva limitare la sorveglianza alle sole banche ‘’sistemiche’’ (alcune decine), escludendo quelle locali, incluso le potenti Sparkassen regionali.

 

Su questo fronte la Merkel ha perso, ma ha portato a casa un risultato a lei caro: evitare di indicare una data per l’avvio della ricapitalizzazione diretta e limitandola alle sole perdite future. «Non ci sara’ retroattivita’. Questa idea e’ completamente lontana dalla mia testa» ha scandito al Merkel. Un pareggio, dunque? Saranno i dettagli che saranno definiti nei mesi a venire a stabilire quale linea vincerà. Al contrario della Merkel, e dunque favorevole alla retroattività, è il presidente francese Hollande. E Monti chiosa:  «A un certo punto del 2013 l’effettiva operativita’ anche della ricapitalizzazione diretta delle banche senza passare dagli Stati si dovrebbe avere». Una nota è d’obbligo: l’avere indicato l’anno 201, anche se non una data certa, è comunque un passo in più rispetto agli impegni generici presi a Roma nel giugno scorso. La Merkel esce, invece, decisamente sconfitta su un altro fronte: l’idea di un supercommissario Ue sui conti europei, caldeggiata da Berlino, è stata bocciata. «Non ci sarà nessuna cintura di castità sui conti pubblici», ha commentato Monti.