Il governo Monti sta pensando di introdurre una tassazione generalizzata dei patrimoni? “Una patrimoniale – ha annunciato il premier – non da introdurre nottetempo con un blitz e senza che causi la fuga degli investitori”.  Immedate le reazioni, immediate le smentite: “Mai annunciato una patrimoniale”. Un pensiero, insomma, si è trattato di un solo pensiero. Neppure nuovo: “La cosa peggiore – spiega il premier – sarebbe dire ‘si’,
vogliamo la patrimoniale senza avere gli strumenti per introdurla.  Avrei un approccio” molto prudente alla materia”.  L’effetto di una simile risposta, ha continuato Monti, sarebbe la fuga dei capitali all’estero: “Il governo ha valutato “non molto tempo fa” la possibilita’ di  introdurre una patrimoniale in Italia, ma si e’ imbattuto in diversi
ostacoli, tra cui il fatto che “ad alcune componenti della nostra maggioranza multicolore quella parola non piace proprio” e la mancanza dei dati e delle informazioni necessari a pianificare una wealth tax (tassa sulla ricchezza).

Della smentita si è detto, rimane quella voce dal sen fuggita. Un raginamento, tutto qui. Ma perché ritirarlo fuori proprio adesso? In attesa da capire se nel pentolone di Palazzo Chigi bolle qualcosa, e preso atto della smentita, , alcune considerazioni sono in generale possibili. Monti ha ragione quando sostiene che in molti paesi capitalisti avanzati esistono forme di tassazione del patrimonio. Dunque, nessun dramma, salvo che di fatto – come lo stesso presidente del consiglio ha più volte avuto occasione di osservare – le imposizioni fiscali del governo tecnico, a partire dall’Imu, non costituiscono già una forma di patrimoniale? I dettagli – se e quando arriveranno – faranno chiarezza: la patrimoniale colpirà chi e con quale peso? Sostituirà altre tasse? Sarà vincolata a obiettivi virtuosi come, per esempio, l’abbattimento della pressione fiscale su imprese e lavoro o per favorire l’occupazione giovanile?

Purtroppo – e non è certo colpa di Monti, tutt’altro – nel paese dalla spesa facile, del debito pubblico monstre e delle riforme mancate, con le elezioni alle porte, il rischio che una ipotetica e smentita patrimoniale si traduca semplicemente nell’ennesimo “oro alla patria” è altissimo.

Post scriptum. Passera: “Le tasse sono troppe per chi le paga”: lo ha detto il ministro dello sviluppo economico,
Corrado Passera, intervenendo al ‘Financial times Italy summit’. “Devono essere riorganizzate per premiare i
comportamenti buoni. Ho in mente – ha aggiunto – un ‘premio fiscale’ per le imprese che innovano, che si
internazionalizzano, che consolidano la loro posizione. Dopo la fase di emergenza, bisogna pensare al futuro”.