Dall’agenzia Agi

Tra i candidati piu’ forti al Nobel per l’Economia – lunedi’ mattina verra’ noto il nome del vincitore – c’e’ sicuramente Sam Peltzman, padre della famosa teoria del regolamento. Teoria abbastanza complessa che, per spiegare banalmente e senza formule incomprensibili ai piu’, puo’ essere cosi’ semplificata: chi assolve all’obbligo di indossare la cintura di sicurezza in auto, guida la vettura in modo meno sicuro. Applicato questo piccolo esempio al mondo dell’economia, il discorso ovviamente si fa molto complesso ma tant’e’.  Peltzman, classe 1940, professore all’Universita’ di Chicago, e’ infatti famoso nel gotha degli economisti proprio per aver sviluppato la teoria della regolamentazione e degli scostamenti osservati dalla volonta’ di chi, a quella regolamentazione, e’ sottoposto. Ossia, il suo spirito di osservazione e i suoi studi si sono proprio concentrati sulla tendenza delle persone a reagire ad una regolazione di sicurezza incrementando altri comportamenti rischiosi. A sfidarlo per il prestigioso premio di Stoccolma, ci sono un altro professore statunitense e anche tre britannici. Richard Posner insegna anche lui a Chicago, e’ del 1939, ed e’ considerato un giurista e filosofo. Singolare la sua posizione su molti temi sociali: si e’ battuto ad esempio per la liberta’ della donna di abortire, contro la sperimentazione animale e ha contestato spesso le critiche all’uso della marijuana a scopi terapeutici.

Non solo, ma Posner ha anche sottolineato a piu’ riprese che il capitalismo ha raggiunto un risultato fallimentare e che il diritto, in particolare quello civile, contribuisce a promuovere l’economia. E’ uno dei padri del neopragmatismo, corrente di pensiero che vede la conoscenza come un adeguamento alla realta’ non piu’ come sapere piramidale ma come flusso continuo di informazioni, sempre in divenire. Nella ‘rosa’ dei candidati, troviamo anche David Forbes Hendry, inglese, e professore a Oxford. Ha concentrato i suoi studi sui meccanismi di domanda della moneta: negli ultimi anni ha lavorato alla teoria della previsione e alla costruzione di modelli automatizzati.  Un altro inglese, di origine iraniana, che potrebbe essere insignito del prestigioso riconoscimento e’ Mohammad Hashem Pesaran: ha lavorato a Cambridge, ha all’attivo 130 pubblicazioni scientifiche ed e’ esperto delle tematiche energetiche, in particolare sul ruolo del petrolio nel Medio Oriente. In una recente intervista, ha rivelato che i suoi ultimi studi sono partiti da una semplice domanda, cosi’ come accade per i grandi pensatori. “Quale sarebbe l’impatto di uno shock economico in Turchia o in America Latina nel portafoglio prestiti di una banca?”. La risposta, sostiene, e’ ovviamente difficile cosi’ come, tra parentesi, lo sono tutte le teorie econometriche. Ma di una cosa si dice convinto: gli effetti degli shock economici devono essere analizzati e compresi a livello globale, sia in termini di rischi e benefici, e le questioni economiche nazionali devono essere considerate non solo a livello nazionale ma anche a livello globale.  Neozelandese, docente a Yale, anche Peter Charles Bonest Phillips figura infine tra i papabili: significativi, dicono gli esperti, i suoi contributi alle cosiddette serie temporali economiche, compresa la modellazione, i test e le previsioni.