RISPARMIO sacro, investimenti consapevoli. Secondo questo principio, il viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti, propone di estendere le tutele per i depositi oltre 100mila euro che, con le nuove regole sulle crisi bancarie (bail-in), sarebbero chiamati a contribuire alle perdite.

L’Ue ha gelato Bankitalia sulla revisione del bail-in. Il governo come si pone?
«Ragionare su qualche affinamento è possibile, ma senza stravolgere l’impianto generale: i soldi dei contribuenti non possono essere un bancomat per salvare chi investe in azioni e obbligazioni bancarie, purché ovviamente lo faccia in modo consapevole, altrimenti è giusto un aiuto».

Ci sono margini per aprire questo fronte in Europa?
«Andrebbe valutata l’opportunità di aumentare le tutele anche per i correntisti oltre 100mila euro. Deve essere chiaro che se investi in titoli bancari ti assumi un rischio, ma il risparmio rimane sacro. Su questo tema l’Europa deve accettare un dialogo: non passi il messaggio che i conti correnti non sono sicuri».

Bruxelles ci ricorda che tutti votarono le norme sul bail in. Qualcuno ha dormito in questi mesi?

«Se qualcuno pensa sia giusto coprire con denaro pubblico perdite private e si sveglia ora, allora sì: ha dormito. Sempre meglio di quelli che, quando il governo Monti ha dato un piccolo aiuto pubblico (interamente restituito, vorrei sottolineare) a Mps hanno scatenato l’inferno e ora fanno lo stesso perché l’aiuto pubblico non può essere dato: populismo allo stato puro senza uno straccio di coerenza politica».

I risparmiatori puntano il dito contro Bankitalia. Secondo lei, ci sono state mancanze?
«In maggioranza siamo i più intransigenti sponsor di una commissione di inchiesta: nessuna irresponsabile accusa a scatola chiusa. Per Bankitalia il bail-in è un problema in più: finché ‘mamma debito’ ripiana le perdite, l’attenzione dell’opinione pubblica nell’accertare le responsabilità è meno alta».

In settimana il consiglio dei ministri varerà il pacchetto banche. Ci saranno anche i rimborsi ai risparmiatori?
«Dovrebbe esserci l’autoriforma delle Bcc, il sistema di garanzie per le sofferenze bancarie e misure per velocizzare il recupero crediti. I decreti per i rimborsi sono in dirittura di arrivo: se non questa settimana, la prossima. I tecnici hanno fatto il loro lavoro, ora ci sarà la scelta politica sul mix di criteri per gli indennizzi: anzianità, percentuale del patrimonio investito, rendimento».

Il fondo basterà?
«Stabilito il numero degli aventi diritto, i 100 milioni saranno suddivisi in percentuale. Non è che qualcuno sarà rimborsato totalmente e qualcun’altro avrà zero».

Lei è fresco di promozione e Scelta Civica ha una rappresentanza governativa oltre i numeri in Parlamento. Quali carte si è giocato?
«C’è chi è importante perché lo dicono i numeri del pallottoliere al Senato e chi lo riesce ad essere per la qualità e credibilità della politica che esprime. Scelta Civica si inserisce nel solco di quel riformismo di area liberale e repubblicana, ben più determinante dei freddi numeri che esprimeva. Spero che quell’8,3% di elettori che ci votò nel 2013 consideri quanto di più potremmo fare ricompattandoci, anche con l’Italicum. E che ciò sia vero, lo dimostra il rimpasto di governo».

Il Mef ora conta ben tre viceministri. Su cosa si concentrerà la sua azione?

«Se è per questo una volta c’erano addirittura tre ministri, prima dell’accorpamento nel Mef nel 2001. Le deleghe saranno a breve redistribuite, ma per quanto mi riguarda si tratterà presumibilmente di un parziale ampliamento delle deleghe in ambito fiscale e finanziario che ho avuto sino ad ora».