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Trentatrè anni fa, Paparelli: e i barbari lasciano una scritta infame sui muri del Verano

I barbari del calcio non si fermano più.

Otto giorni fa, a Livorno,
gli indegni cori degli ultrà veronesi contro Piermario Morosini.

Sabato sera, ancora a Livorno,
i tifosi della curva amaranto hanno voltato le spalle al campo, durante il minuto di raccoglimento in memoria del caporale Tiziano Chierotti, 24 anni di Arma di Taggia, caduto giovedì scorso in Afghanistan.

Oggi, proprio oggi, chi è andato al Verano, uno dei cimiteri di Roma, ha scoperto una scritta infame: “Morto un Papa…relli se ne uccide un altro”.

Perchè proprio oggi? Perchè è sempre aggiornato il calendario degli umanoidi che infestano il calcio e non hanno nessun rispetto nè dei morti nè dei cimiteri. Oggi, infatti, è il giorno del trentatreesimo anniversario dell’omicidio di Vincenzo Paparelli. Era il 28 ottobre del 1979, quando il tifoso laziale fu ucciso da un razzo sparato dalla curva Sud romanista durante il derby.

Scrive Laziowiki.org: “Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, era seduto in Curva Nord in attesa di assistere al derby Roma-Lazio del 28 ottobre 1979. Stava mangiando un panino mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud, finiti fuori dagli spalti dopo una traiettoria a zig-zag. Ad un certo punto, sempre dalla curva Sud, parte un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpirà in pieno volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su sé stesso e la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto, ma molti tifosi scappano in preda al terrore. Un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall’occhio di Paparelli ma ci riesce solo a metà e dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell’antistadio della Curva Nord dove c’è un’ambulanza che di corsa, a sirene spiegate, cerca di raggiungere l’Ospedale Santo Spirito dove però il povero Paparelli giungerà cadavere. Vincenzo aveva 33 anni e lascia la moglie e due figli”.

Alla famiglia Paparelli, trentatrè anni dopo quell’immane tragedia, manifestiamo tutta la nostra solidarietà e tutta la nostra protesta contro il ributtante oltraggio alla memoria di Vincenzo, sui muri del Verano.

Xavier Jacobelli