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Patagonia: un viaggio da fine del mondo

La Patagonia fa parte dell'elenco di quelle terre mitiche, magiche fin dal nome e sognate da tutti gli amanti della natura che in questa parte del mondo è regina incontrastata. Anche la letteratura, grazie a scrittori-viaggiatori come Bruce Chatwin e Luis Sepulveda, ha celebrato la sua straordinaria bellezza, enfatizzandola e non a torto. Ma tra la lettura o la visione di documentari e il vivere di persona i suoi paesaggi selvaggi e osservarne da vicino flora, fauna e uccelli c'è una grandissima diffenza che val la pena di provare sulla propria pelle.

La Patagonia è una lunga striscia di terra spopolata, grande tre volte l’Italia, che comprende le ultime propaggini della cordigliera andina e occupa l’estremo lembo meridionale del continente sudamericano. Le Ande e il clima freddo fan si che nevi perenni siano presenti a soli mille metri di quota e che si siano formati enormi ghiacciai, anch’essi perenni, come quelli presenti nel Parco Nazionale cileno Torres del Paine (riserva della biosfera Unesco) e nel Parco Nazionale argentino Los Glaciares (sito Unesco). Tra i diversi ghiacciai si annoverano l’enorme Upsala (900 kmq) o lo spettacolare Perito Moreno (300 kmq) o il bellissimo Pia che galleggiano letteralmente, con i loro iceberg azzurri staccatisi dai fronti, su vasti laghi come il lago Argentino (cinque volte il lago di Garda), circondati da foreste di faggi artici e conifere dove trovano riparo guanachi, puma, lepri, volpi e rapaci con la maggior concentrazione di condor. Il Perito Moreno è uno dei pochi ghiacciai della Terra in espansione e non in ritiro, allargandosi ogni anno di 100 metri.

La Patagonia argentina degrada verso l’Atlantico con pianure steppiche semidesertiche, popolate da milioni di pecore al pascolo, mentre quella cilena - chiamata Magallanes - si presenta estremamente frammentata da fiordi e canali che penetrano all’interno formando ovunque isole e penisole. Nell’estremo sud, proteso verso l’Antartide e separato dallo Stretto di Magellano, il continente termina con il frastagliatissimo arcipelago della Terra del Fuoco, così nominato dal navigatore che la scoprì nel 1520 proprio per la presenza di falò perennemente accesi dagli indios locali. In questa terra vivono piccoli mammiferi e uccelli marini, mentre nell’oceano nuotano balene, orche, pinguini e leoni di mare. Un luogo estremo da tutti i punti di vista, dal fascino selvaggio e primordiale, con tramonti senza fine di luce radente e metallica su un mare d’inchiostro.

Per visitarla a fondo, per ammirare da vicino i pinguini e passeggiare sulla steppa, conviene compiere l'eplorazione via mare utilizzando le navi  da crociera e i gommoni per le visite a terra di Cruceros Australis" che assicura una perfetta organizzazione e la massima sicurezza nei trasbordi, oltre al fatto che la crociera si rivela fantastica non solo paesaggisticamente parlando ma anche per la gamma dei servizi offerti in navigazione. Un interessante itinerario parte da Ushuaia, la città portuale più meridionale del pianeta, dalla quale visitare il Parco Nazionale della Terra del Fuoco, incredibilmente vario nei suoi aspetti paesaggistici e ricco di fauna. In nave si raggiunge il mitico Capo Horn, la “fin del mundo” e distante solo 700 miglia dall’Antartide, sogno e dannazione di ogni navigante dei secoli scorsi, oggi riserva della biosfera dell’Unesco. Si prosegue per Baia Wulaia, sede in passato del maggior insediamento di nativi Yamanas, dove nel 1833 il naturalista Charles Darwin ne esplorò la sua ricca vegetazione endemica. Attraverso il fiordo De Agostini si raggiunge il ghiacciaio Aguila, circondato da un bosco freddo-umido.

Si approda quindi sull’Isla Magdalena, per visitare l’enorme colonia di pinguini,  e poi sull’Isla Marta, dove vive una colonia di leoni di mare. Quindi via terra si raggiunge il Parco delle Torres del Paine, stupendi picchi granitici con pareti di 2.000 m. che si specchiano su laghi e lagune color smeraldo e disseminati di iceberg, tra boschi di faggi, fiumi e cascate. Scavalcando le Ande si arriva infine a El Calafate, villaggio western sull’enorme lago Argentino sul quale si affaccia, con un fronte di 5 km e un’altezza di 60 m, il suggestivo ghiacciaio Perito Moreno; il frastuono prodotto dal continuo distacco di colossali blocchi celesti con cupi tonfi, che poi galleggiano sul lago come gli iceberg nei mari artici, costituisce uno degli imperdibili spettacoli offerti dalla Patagonia. Calafate è anche il nome di un arbusto assai diffuso, dalle cui bacche rosse si ricava una gustosa marmellata, divenuto simbolo della vegetazione patagonica: la leggenda dice che chi mangia questa bacche tornerà di sicuro in Patagonia. I turisti affascinati ne ingoiano interi vasetti. Il periodo indicato per questo viaggio alla fine del mondo va da ottobre a fine marzo, massimo inizi di aprile

Partenze individuali sono possibili due volte a settimana, da ottobre a fine marzo , con una crociera di 4 giorni / 3 notti. Mentre per raggiungere la Patagonia, la compagnia aerea Latam ha un numero incredibile di comodi voli con ottimi menù a bordo e il vino selezionato da un sommelier che collegano l'Europa col Sud America.

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