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Bagno di Romagna, un piccolo borgo tutto da scoprire

Bagno di Romagna è  un borgo dove il tempo scorre più lentamente e dove lo spirito romagnolo si fonde col toscano soprattutto a tavola. La purezza degli elementi, il calore naturale delle acque, l’intensità dei sapori, la cordialità di una piccola comunità di  mezza montagna  (siamo a 500 metri)  e la qualità dei servizi, frutto di una lunga esperienza, sono le anime di una terra di incontri con la storia del lungo legame con Firenze, con il piacere del corpo cullato dalle acque termali, con la natura del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e la sua rete di borghi e sentieri, con la gastronomia delle piccole locande  (dove ravioli alle erbe e ai tartufi sono piatti da gustare e che si fanno ricordare) , con la spiritualità dei luoghi sacri - Eremo di Camaldoli e santuario de La Verna dove San Francesco ricevette le stigmate - che punteggiano i suoi dintorni  http://www.tbagnodiromagnaturismo.it.

E non manca neppure l'aspetto fiabesco: secondo un'antica credenza locale il bosco dell'Armina alle spalle del centro storico di Bagno di Romagna, è abitato da piccoli Gnomi qui immigrati dalle grandi foreste del nord Europa per poter usufruire dei benefici della calda acqua termale di Bagno di Romagna. Essi vivevano in boschi umidi, privi di sole e soffrivano di dolori reumatici e articolari così incominciarono ad usare la preziosa acqua termale per curarsi e per curare anche tutti gli altri animali del bosco. Recentemente alcune guide montane dicono di aver incontrato gli gnomi: li hanno visti nascondersi fra gli arbusti e dietro gli alberi, ma non sono mai riusciti a fotografarli. Hanno così raccolto tutti i racconti dei testimoni in un libro, che ha fatto conoscere lo gnomo Bagnolo, lo gnomo Mentino e i loro compagni ai bambini di tutto il mondo. Il posto dove le guide alpine hanno visto gli gnomi e trovato le tracce della loro presenza è attraversato da un sentiero  chiamato “Il sentiero degli gnomi”, segnalato da un cartello colorato e in estate, ogni due settimane circa, vengono organizzate delle paszseggiate (di giorno e di sera) sulla via degli gnomi che tutti sperano sempre in fondo al cuore di incontrare prima o poi.

La città deve la sua origine  e la sua fama alla presenza di sorgenti di acqua calda che già i romani ben conoscevano ed apprezzavano fin dal 266 a.C quando conquistarono il territorio e chiamarono il villaggio Balneum, oltre a costruire un tempio dedicato alla Ninfa Sabina. Il luogo divenne un piacevole punto di sosta per la presenza delle acque termali dalle virtù salutari e si sviluppò nei secoli. Documenti storici attestano qui la presenza del figlio di Lorenzo il Magnifico, ma anche di Andrea  Della Robbia, autore della statua di Sant'Agnese conservata nella basilica di Santa Maria Assunta. Le virtù salutari delle acque che sgorgano a una temperatura di 45 gradi - le bicarbonato-alcaline (utilizzate insieme a svariate tecniche di applicazione come fanghi, grotte, bagni, piscine termali) che permettono la cura di numerosi disturbi come processi infiammatori, postumi di fratture, malattie dell’apparato gastroenterico e le acque solfuree che sono indicate nei processi cronici delle vie respiratorie (inalazioni, aerosol, humage) - sono esaltate dai tre centri ,Terme Roseo, Sant'Agnese  e Roseo Hotel Euroterme,  che hanno ampliato la loro offerta affiancando alla tradizionale gamma di terapie tradizionali nuove cure specialistiche ed estetiche, realizzando moderni centri  benessere. Uno sviluppo turistico iniziato nell'800 che non ha cambiato l’aspetto del paese, dove le strutture moderne sono state bene integrate con gli edifici esistenti, come nel caso dello Stabilimento Termale S. Agnese, ingrandito in epoca granducale, e nel caso della costruzione dell’Hotel Terme Roseo, ricavato da un palazzo settecentesco e dall'Euroterme dove il restyling non ha cancellato le orme della storia sui muri e sui soffitti. 

Passeggiando per il paese si attraversano così vicoli medievali, costeggiati da palazzi che portano i segni della dominazione fiorentina, e ci si può sedere nella suggestiva piazzetta Ricasoli davanti alla basilica di S. Maria Assunta, con un elegante portale rinascimentale in pietra serena, che venne sovrapposto a quello romanico (IX sec.), e che ai giorni nostri introduce ad un luogo di culto che è anche una prestigiosa pinacoteca. L’interno, ad un’unica navata, è composto da sette cappelle per parte e conserva numerose opere d’arte. A pochi metri in via Fiorentina, nel cuore del centro storico, si trova uno dei più antichi e significativi edifici di Bagno: il Palazzo del Capitano; in stile tipicamente toscano, risale al quattrocento e a quel tempo era cinto da mura. Il palazzo è stato da sempre sede del potere politico nella città. Fu la residenza dei Conti Guidi, feudatari del luogo e poi sede della repubblica fiorentina. Da qui il Capitano inviato da Firenze esercitava il suo potere sulle comunità che formavano il Capitanato della Val di Bagno. Sulla sua facciata si trovano, sopra al cinquecentesco portone ligneo, 74 stemmi lapidei, ognuno collocato a fine mandato dal capitano reggente. La facciata del palazzo racconta attraverso le armi e le insegne lasciate dai Capitani e dai Vicari la lunga dominazione politica e culturale di Firenze iniziata nel 1404 e praticamente terminata solo nel 1923 con il passaggio del comune di Bagno alla provincia di Forlì.

E le due anime, romagnola e toscana, si fondono anche nella gastronomia che ha nel monte Comero una dispensa sempre fornita: oltre alle castagne, sui boschi si raccolgono funghi, mirtilli, lamponi e more. I pascoli forniscono buona carne e buon latte, erbe e germogli. Gli allevamenti forniscono insaccati e prosciutti.  E che nessuno si perda il dolce tipico locale, la focaccia dolce che ricorda vagamente il pan di Spagna, ma ha una forma cilindrica di circa 18 centimetri ed è più dolce e meno spugnosa.

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