Globetrotter

In Olanda la deliziosa Haarlem conquista il cuore dei turisti

L'Italia è bellissima, un museo a cielo aperto, cibo da sballo e un mare che mezzo mondo ci invidia, eppure l'Olanda è un paese dove ogni volta che ci vado sono felice. La vita è slow, gli olandesi sono di una gentilezza commovente, le città e le cittadine sono a misura d'uomo, senza il traffico caotico delle auto, con treni e tram sempre in orario perfetto, un canale da navigare e delle casette che sembrano quelle della bambole tanto sono carine e curate con deliziosi oggettini e tanti fiori davanti alla porta e sui davanzali delle finestre. Non c'è un vu cumprà, non c'è un clochard, tutto è pulito, lindo e ordinato. Il bello dell'Olanda è che tutti rispettano le regole e quindi tutti stanno bene.

Mi ero già innamorata di Utrecht, ora ho perso il cuore per Haarlem, A 20 minuti in treno da Amsterdam (fra l'altro la stazione è un bell'esempio di Art Noveau, Haarlem (scritto propio con 2 a e che ha dato il nome al famoso quartiere di colore di New York) è una città del XVII secolo conservata meravigliosamente, che si gira a piedi o in bicicletta ricordando però che in Olanda per frenare si usano i pedali e, volendo, si visita anche in barca visto che è attraversata dal fiume Spaarne. A proposito del fiume, guai a perdersi una gita fino al mulino a vento nero, chiamato De Adrian. E' un simbolo della città, bruciato un paio di volte, è stato sempre ricostruito e ora ospita un grazioso ristorante.

Musei ad Haarlem? Quanti se ne vuole, a cominciare da quello dedicato al grande maestro Frans Hals (considerato secondo solo a Rembrendt) che contiene una collezione incredibile di quadri di grandi pittori olandesi, fino al Teylers (l'antica casa di Pieter Van del Hulst Teylers ricco mercante di tessuti e filantropo) in cui si trovano, oltre a invenzioni del passato, minerali e fossili, anche 25 mila stampe e 10 mila disegni tra cui alcune opere di Michelangelo , Raffaello e di Rembrandt. Il turista curioso potrebbe chiedersi perchè in Olanda ci sono così tanti quadri e la spiegazione viene da Monique van Royen del Frans Hals Museum che racconta come nel 1600 fossero stati dipinti ben 10 milioni di quadri a fronte di una popolazione di 2 milioni di abitanti: gli abitanti di Haarlem amavano talmente i dipinti che li compravano in quantità per tapezzare i muri. Anche i poveri compravano, ma solo poster. E infatti ad Haarlem era molto diffusa la stampa tanto che viene attribuita a Laurens Jaszoon -di cui si può vedere la statua nella piazza principale la Grote Mark- l'invenzione della macchina da stampa 16 anni prima di Gutemberg.

Chi ama la musica rimane a bocca aperta davanti all'organo del XVI secolo che troneggia nella tardogotica Grote Kerk. Uno strumento musicale talmente imponente e perfetto che Hendel durante un suo viaggio fece una deviazione proprio per poterlo suonare.

Dicevo sopra, una città slow. Una città che nel 1600 aveva 150 birrifici. Oggi molto meno, ma la birra che si beve nella chiesa sconsacrata Jopenkerk è divina. Il birrificio produce 36 tipi di birre, alcune veramente uniche e tutte comunque da provare e qualcuna da comprare e portare a casa come souvenir.

Per dormire e mangiare non c'è che l'imbarazzo della scelta: io sono stata benissimo al Amrath Grand Gotel Frans Hals e se volete un suggerimento per un lunch veloce ma gustosissimo provate la Brasserie Nobel: il pane nero col salmone ha un sapore indimenticabile. Quando andarci? Sempre, però se in agosto siete da queste parti non perdetevi il Bloementapijt, una manifestazione nata per celebrare il ruolo di Haarlem nella coltivazione dei tulipani, i cui splendidi campi colorano il paesaggio circostante.

Per info: www.haarlemmarketing.co.uk; www.holland.com/it/turismo.htm

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