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Kamchatka, una meta misconosciuta che merita un viaggio

La Kamchatka  è una penisola nell'est della Siberia, lontana da noi 10mila km in linea d'aria e conosciuta dai più solo per essere una pedina del Risiko. Lunga 1.250 km e grande una volta e mezzo l’Italia si allunga nell'Oceano Pacifico  e si affaccia sulla  fossa delle Kurili, – 10.500 m, una delle maggiori profondità oceaniche.  Il territorio è montuoso con due catene che arrivano a 4750 metri  e 414 ghiacciai perennidi altezza ed è attraversato da 14 mila fiumi, punteggiato da 100 mila laghi tra grandi e piccoli. D'inverno la temperatura arriva a  – 40°C,  e quindi un viaggio a queste latitudini è sconsigliato, ma  nella stagione estiva, quando il terreno si copre di boschi di betulle  e le fumarole e i geyser scaldano l'aria, un viaggio  a queste latitudini diventa una scoperta di un mondo ancora incontaminato,   un museo ecologico all’aperto con 60 specie di mammiferi, dall’alce all’orso bruno, dalla pecora delle nevi al gallo cedrone, dalle lepri alle volpi rosse e polari, e 160 di uccelli terrestri, rapaci e marini, con in mare leoni marini, foche, lontre, delfini, balene e orche, un ambiente dove si fondono gli ecosistemi della tundra artica e della taiga siberiana, con laghi acidi dai mille irreali colori, sorgenti termali calde in mezzo ai ghiacciai, imponenti cascate, brune colate pietrificate di lava e incredibili sculture di pietra create dalle eruzioni.
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E' sicuramente strano, ma questa penisola estrema è anche una terra di curiosità e di primati, a cominciare dalla densità, con meno di un abitante per kmq, tra le più basse del pianeta, e dalla bellezza delle sue donne, cantata da stornellatori e poeti, non ultimo quel donnaiolo del D’Annunzio. La penetrazione russa cominciò soltanto nella seconda metà del 1600 ad opera di cacciatori, pescatori e avventurieri che iniziarono un lento processo di russificazione, cristianizzazione e poi di sovietizzazione, trovando questi ultimi terreno facile nei nativi che per loro indole atavica non riuscivano proprio a concepire l’idea della proprietà privata. Animisti convinti, essi vivevano infatti da sempre in armonia con l’ambiente, capace di fornirgli tutto ciò di cui avevano bisogno, sia che fossero pescatori, cacciatori o allevatori di renne. Le prime esplorazioni per terra e per mare risalgono al 1725 e furono opera di Vitus Johannes Bering, incaricato dal zar Pietro il Grande di verificare se vi fosse un collegamento tra Siberia e Nord America. Fino agli anni 90 è stata interdetta a stranieri e russi per motivi strategici militari, e un timido turismo ecologico di scoperta è iniziato soltanto in questi ultimi tempi. I luoghi incantevoli e gli spettacoli affascinanti non mancano. Come la Valle dei Geyger,un canyon di non facile accesso scoperto soltanto nel 1951, percorsa da un torrente termale d’acqua calda disseminata da caldere ribollenti di fango e da 20 grandi geyger che sputano ritmicamente colonne di vapore acqueo alte fino a 12 metri, oppure il cratere del vulcano attivo Mutnovsky, dove si penetra nell’immensa caldera attraverso uno stretto canyon tra fumarole di zolfo, acque ribollenti e ghiacciai fumanti, in un ambiente fantastico e inquietante degno di “Viaggio al centro della Terra”. Oppure si  percorre in barca la baia di Avacha,di fronte al capoluogo Petropavlovsk, tra migliaia di uccelli (pulcinelle di mare, pulcinelle dai ciuffi, urie, fulmari, aquile di mare  e gabbiani siberiani) che nidificano su isole e scogliere, mentre nelle fredde acque, dove si specchiamo i ghiacciai circostanti, nuotano leoni marini, foche, lontre marine, delfini, balene e orche. Abbiamo parlato di primati della Kamchatka. I suoi fiumi e i suoi laghi costituiscono uno dei principali luoghi al mondo per la riproduzione dei salmoni. Ogni anno 2 milioni di questi pesci ritornano in queste acque per il loro perenne rito di amore, riproduzione e morte, attesi regolarmente al varco sulle sponde da una miriade di orsi bruni, pronti a farne una bella scorpacciata e ad offrire uno degli spettacoli superbi della natura. L’orso locale, che qui registra la più alta concentrazione,  è il maggiore della terra: supera i 3 metri di altezza, per un peso di 350 kg. Anche l’alce di queste contrade è da primato, con una tonnellata di peso e un palco di corna ampio 170 cm. Infine pure i rapaci raggiungono da queste parti una delle maggiori densità del pianeta: aquile di mare, aquile dalla coda bianca e aquile dorate.

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