Globetrotter

E’ il momento del Nicaragua, terra di leggende e di affascinanti città coloniali

Nicaragua, laboratorio di amache

Questa è la stagione adatta per visitare il  Centro America. Chi vuole fuggire dall’inverno europeo in cerca di mercati e siti maya può andare in Guatemala. Se si cercano spiagge  esotiche e mare cristallino c’è l’Honduras, mentre vulcani, città coloniali e mercati sono solo alcuni degli affascinanti aspetti del Nicaragua. Senza dimenticare i vulcani che catturano le nuvole e le foreste pluviali alla Jurassic Park del Costarica, e le opere di ingegneria insieme alle vestigia coloniali e alle spiagge di Panama. A ognuno il suo Centro America. Venite con me e iniziamo questo viaggio con Vuela, tour operator specializzato in Centro e Sudamerica, in Nicaragua,  seguendo un itinerario (12 giorni con meno di duemila euro www.vuela.itche alla possente natura dei vulcani alterna il fascino di città coloniali, sgargianti mercati grondanti di amache e spiagge incontaminate. Managua, la capitale, la città senza numeri civici e nomi delle vie cantata dagli U2 in “Where The Streets Have No Name", è solo un luogo di passaggio: vista la cattedrale pericolante danneggiata dal terremoto del 1972, via verso il Vulcano Masaya ad ammirare il gioco delle nuvole che si confondono con le colonne di gas solforosi vicino al cratere. Un pranzo speciale ai piedi del vulcano al Ristorante El Bucanero: non solo per l’ottima carne accompagnata da chimichurri, miscela verde di erbe e spezie, ma anche per l’incredibile vista sulla grande e placida laguna di Masaya che occupa un antico cratere. Seguono i mercati: quello artigianale e quello municipale a Masaya, dove si possono acquistare amache di ogni genere e colore, borse in pelle, manufatti in legno e ceramiche. Granada ha eleganza coloniale e locali chic lungo la strada della Calzada o l’Avenida La Sirena dove si può assaggiare il Flor De Caña (il migliore rum del Nicaragua). Alcuni negozi, come la Galeria de Artes in Calle Real Xalteva, espongono pezzi ricercatissimi. Gli hotel sono raffinati: La Gran Francia è un boutique hotel di charme dove ogni dettaglio è uno scampolo di storia. Val la pena fare un giro in carrozza e salire sulla torre campanaria della Chiesa di La Merced, perdersi tra strade, piazze e chiese, visitare il Convento di San Francesco (il più antico del Centro America) con museo annesso, il Mercado Municipal e il Caffè Sorrisas, dove Tio Antonio ha creato un bar con annesso laboratorio di amache dove lavorano ragazzi disadattati e diversamente abili. Lo street food in Nicaragua è un’altra sorpresa: sosta d’obbligo a un comedor  (specie di bar di strada) per provare il vigoron (riso con pollo, salsicce e crema di fagioli) e un bicchiere di pittaya, il succo viola scarlatto che deriva dal frutto del cactus selvatico. In barca si esplorano Las Isletas: 365 isolette private sul Lago Cocibolca (il secondo più grande al mondo), lo stesso sul quale si affaccia Granada, dove pullulano ville e piscine e le scimmie si avvicinano alle barche in cerca di cibo (attenzione sono dispettose). Il Nicaragua è terra di leggende: si visita l’isola di Ometepe la più grande isola lacustre al mondo, formata da due grandi vulcani attivi di oltre 1.600 metri di quota: il Madera e il Conception. Qui due innamorati infelici vennero affogati e riaffiorarono sotto altre sembianze: lei solo con i seni che oggi sono le isole Ometepe, e lui creando l’isolotto Zapatera.E’ poi la volta del Vulcano Mombachho: avvicinandosi alle fumarole, nella vasta foresta si possono avvistare orme di puma e, con un po’ di fortuna, il raro uccello guardabarranco dai colori delicati. Sosta per un caffè alla vaniglia (ottimo da provare e acquistare). Si arriva al Pacifico: lungo la Panamericana si percorre un tratto della “Ruta de Transito”, usata dai cercatori d’oro nell’800 quando da New York, per non attraversare il pericoloso centro degli Stati Uniti, navigavano nell’Atlantico fino a imboccare il Rio san Juan, attraversavano il lago e raggiungevano il Pacifico per imbarcarsi alla volta della California.San Juan del Sur accoglie con ristorantini affacciati sul mare, clima rilassato e lunghe onde oceaniche. Nei pressi, a Playa El Coco una nursery di tartarughe custodisce le preziose uova e alla schiusa i piccoli esemplari si muovono all’unisono verso l’Oceano. La notte, al Refugio de Vida Silvestre La Flor, sulla spiaggia decine di tartarughe immobili depongono le uova e, dopo aver riempito le buche di sabbia, riprendono lentamente la via del mare, alcune dirette fino in Australia. León ha un’anima rivoluzionaria: murales lungo le strade, mercati affollati, ragazzi che vendono granite su carrettini tappezzati di preghiere, bus pubblici che sono praticamente camion, suonatori di tamburi e santi portati in processione. E una cattedrale che impressiona (la più grande del Centroamerica): d’obbligo salire sul tetto, che è candido come neve, per ammirare (a piedi scalzi) la città con la sua corona di vulcani fumanti. A León si trovano le principali università, il museo di arte contemporanea “Ortiz-Gurdian”, il più fornito del Centro America con un allestimento di tutto rispetto, la tomba del poeta Rubén Dario e il Museo de la RevolucionE per concludere: un tuffo nelle acque limpide e calde di Corn Island. Un tempo conosciute come le isole delle mangrovie, Big Corn Island e Little Corn Island, sono un’oasi di pace in mezzo allo splendido Mar dei Caraibi.

 

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