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L’Estonia, un Paese che scalda il cuore

Mercatini in saldo con un volo low cost e un ricordo che rimarrà indelebile?

C’è un posto che ha il sapore della favola dove il paesaggio imbiancato di neve è di un’emozionante bellezza. L’Estonia è un paese che affascina e sorprende e rappresenta una meta ideale per chi, in questo periodo, cerca un week end fatto di natura, cultura, sport, benessere e divertimento. É un mix di cultura, natura, tradizione e innovazione tecnologica (qui hanno inventato Skype): il tutto reso ancora più gradevole dall’accoglienza gentile degli estoni e da uno stile naturale ed elegante che contraddistingue questo Paese che sa affascinare anche il viaggiatore più esigente. È una nazione che non conosce rumore se non il sussurro del vento fra gli alberi delle immense foreste. Un territorio affacciato sul Mar Baltico dove il silenzio è poesia e dove la natura diventa grandioso e seducente spettacolo. Una terra fatta di foreste che fanno corona a villaggi da fiaba con la casette bianche e il tetto rosso aguzzo, dove la vita segue il ritmo della luce. Questa terra capace di dare brividi poetici è la patria di un popolo mite, tollerante, accogliente che costruisce un monumento al maiale (a Tartu) e gli dedica una pesia quasi per compensarlo del fatto che questo animale costituisce la base dell’alimentazione estone, che non apprezza chi uccide le zanzare «perchè sono il cibo delle rondini» e che innalza un monumento al fiordaliso piangente (il fiordaliso è il fiore simbolo dell’estonia) in memoria delle vittime della dominazione russa che per gli estoni è ancora una ferita aperta al punto che i loro occhi color acquamarina diventano di ghiaccio al solo ricordo. Un popolo protagonista della «rivoluzione cantata»: nel 1989 dopo che Gorbaciov aveva inaugurato la perestrojka due milioni di persone si riunirono nello Stadio del canto e formarono una catena umana che cantò da Tallinn fino a Vilnius per chiedere la secessione dall’Unione Sovietica (ottenuta due anni dopo). Se questi sono gli estoni, la loro città principale Tallinn è lo specchio di questi sentimenti profondi che si ritrovano nell’inno nazionale «Mia terra natia, mio orgoglio e gioia». In ogni via, casa , ristorante si sente in sottofondo quella dolce musica folk: gli estoni hanno infatti una delle più grandi collezioni di canzoni popolari nel mondo (circa 133000). Tallin, che nel 2011 è stata la capitale europea della cultura , è un autentico museo a cielo aperto emozionante per la sua singolare bellezza.

La nuova city, nel quartiere Rotermanni, appena fuori del centro storico, con i grattacieli, gli uffici e i centri commerciali che dettano le regole dell’assetto urbanistico secondo un’architettura d’avanguardia. Il nucleo antico, quello della Lega Anseatica, sopravvive altero arroccato tra le mura medievali, palazzi d’epoca e chiese, a formare quel patrimonio architettonico che ha nome Città Vecchia (Vanalinn) e che compare nell’elenco del patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco come la città meglio conservata del nord Europa. Percorrendo i vicoli acciottolati della città vecchia si sale fino in cima alla collina di Toompea, uno dei punti panoramici più apprezzati della città, con vista sui tetti aguzzi e viottoli sottostanti, ma anche, in un bel colpo d’occhio, sui grattacieli della città nuova e sul mare. Passeggiando tra i vicoli del centro storico, ci si imbatte nei principali punti di interesse: la farmacia più antica al mondo e tuttora aperta al pubblico sulla Piazza del Municipio (Raekoja Plats) con il Palazzo comunale gotico che si caratterizza per la sua snella torre sulla cui vetta sventola il “ Vecchio Tommaso” una banderuola raffigurante un soldato che secondo la leggenda avvisa la popolazione in caso di attacco dal mare, alle chiese dello Spirito Santo, di Sant’Olaf e di San Nicola, dalla via Pikk (via lunga) con i palazzi dei mercanti, delle confraternite , delle Gilde (le corporazioni medievali) e la cattedrale russo ortodossa Alexander Nevskij che svetta nel cielo di un colore azzurro intenso. Una passeggiata nel Bastion tunnel recuperato all’interno delle mura di cinta, originariamente lunghe dieci chilometri e punteggiate da 26 torri, riporta ai tristi bombardamenti della seconda guerra mondiale. In questo periodo a Tallinn si respira l’atmosfera natalizia. Nella medioevale Piazza del Municipio venne allestito il primo albero di Natale pubblico in Europa nel 1441 e da allora, ogni anno, la tradizione si ripete. Tutt’intorno all’albero si anima il Mercato di Natale, aperto fino all’8 gennaio con bancarelle che espongono il meglio dell’artigianato estone: cappelli e pantofole di lana, merletti, tessuti, utensili e oggetti decorativi in legno, oggetti in vimini, trapunte elaborate, oggetti in ceramica e vetro, candele artigianali, ghirlande ed altre decorazioni. Per una pausa dallo shopping si può gustare un bicchiere di vin brulé e i biscotti al pan di zenzero . Da Tallinn, con 10 euro in treno o in autobus, si arriva a Tartu, sede della più importante università dell’Estonia (imponente con le sue colonne classiche), centro spirituale e culturale del paese i cui abitanti parlano di uno speciale vaim (spirito) che si percepisce nelle strade ottocentesche, nelle vecchie case di legno, nei parchgi lussureggianti e lungo le rive del fiume Emajogi che è possibile navigare con un barcone  dove mentre una band suona, il timoniere offre birra alle mele o alle fragole.

Tartu nella piazza centrale, davanti a settecentesco Municipio bianco e rosa, ha una fontana con la statua di due giovani innamorati che si baciano al riparo di un ombrello grondante di pioggia. Meritano una visita la magnifica chiesa trecentesca di San Giovanni in mattoni, unica per le sue rare sculture in terracotta collocate nelle nicchie intorno al portale principale e la cattedrale costruita dai Cavalieri Teutonici sulla collina che si raggiunge passando dal Ponte dell’Angelo: quando lo si attraversa, secondo la tradizione, bisogna trattenere il respiro ed esprimere un desiderio. Poco più avanti c’è il Ponte del Diavolo: quello lo si guarda soltanto. E da Tartu val la pena di spostarsi nella zona sud-orientale per conoscere il popolo dei Setu nel villaggio di Taevaskoda «dove il cielo tocca la terra». Nell’angolino sud-orientale dell’Estonia infatti si trova l’affascinante regione di Setumaa abitata dal popolo autoctono dei Setu che hanno una propria lingua che assomiglia vagamente all’antico estone. Sono circa 10mila e vivono in villaggi che si sono costruiti loro e che sono musei umani a cielo aperto: le case sono una di fronte all’altra circondate da recinzioni e hanno il forno per il pane, la capanna per il fabbro e la stalla per gli animali. I Setu hanno alcune tradizioni tipiche quali quella di lascire del cibo sulla tomba dei defunti. Si distinguono per due cose: anzitutto la collana d’argento che portano sul costume tradizionale e che pesa anche tre chili e poi per un particolare stile di canto folk polifonico. Per i Setu, Peku, il dio pagano della fertilità, è importante quanto la loro religione ortodossa, e lo celebrano ogni anno il 20 agosto con canti e danze tradizionali.

E se tutto questo non vi basta, potete consultare il sito: www.visitestonia.com

 

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