Cavalli e altri amici

Il Maestro delle Principesse.

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A grande  richiesta (quindi grazie a Silvia Elena, Annalisa, Ivano, Alberto, Nicoletta, Bucefalo e a tutti gli altri amici amanti degli scaffaletti polverosi) comincio a ripubblicare on-line alcune recensioni uscite, negli anni, nella rubrica "Lo Scaffale dei Classici" di Cavallo Magazine. Cominciamo con Aubert, uscito sul giornale nel 2008: buona lettura!

Nella Francia di metà ottocento, passati il terrore della Rivoluzione e le tempeste di Napoleone, si ritrovavano lentamente le abitudini aristocratiche del secolo precedente: tra le altre, il gusto per l’Arte dell’Equitazione. Ai sopravissuti dell’Anciéne Régime non pareva vero di poter riparlare senza timore degli anni della gioventù e della corte di Maria Antonietta, e per un vecchio ecuyér come Aubert, cresciuto al Maneggio Reale delle Dame fu un piacere insperato poter scrivere nel 1842 un libro dedicato alle gentili amazzoni, per parlare della sua esperienza ma anche ricordare i tempi andati che lo videro giovane, in una corte splendida come quella francese. In questo libro sull’equitazione femminile Aubert ne spiega le caratteristiche peculiari e le particolarità tecniche, e ci fa sentire il profumo un po’ antico di un mondo fatto anche, sorprendentemente, di signore veramente esperte dell’Arte, in grado di dirigere il lavoro di una ripresa di saltatori e  assumersi la responsabilità di condurre Haras e Scuole Accademiche, come madame de Brionne.

Un lungo viaggio tra due epoche completamente differenti divise da appena mezzo secolo di vita. Il tutto, calandoci nella realtà molto particolare del mondo equestre al femminile, condizionato nel 1840 dal tipo di sella utilizzata: preferita in quanto permetteva sì alla dama di mantenere un’eleganza delicata di abbigliamento e accessori ma che non permetteva l'egalité di aiuti  a disposizione delle amazzoni del secolo precedente, molto più sicure in sella e  libere di montare  vestite e calzate come uomini, à califourchon. In questa  non-evoluzione (che rimarca più volte), il Nostro si conforta facendo notare la dovuta importanza dell’addestramento particolare del cavallo destinato ad una signora, addestramento lungo e paziente che permetteva alle Dame Reali di galoppare per i boschi nelle cacce e che cinquant’anni dopo veniva democraticamente messo a disposizione di quante signore dell’alta borghesia se lo potessero permettere. Signore più moderne delle dame col tricorno ma più legate, costrette e limitate nelle loro possibilità da una serie di accessori (dalla sella, al busto ed agli abiti) che parevano inventati apposta per renderle così insicure da non poter essere autonome né indipendenti a cavallo, tutte ravvolte in delicatezze estetiche e formali legate alla moda quando un buon paio di stivali robusti e una sella normale avrebbero permesso loro di montare tanto bene quanto le colte dame del settecento – incipriate sì, ma con i calzoni di pelle di daino sotto i merletti delle gonne.

Equitation des damesdi P.A. Aubert - Parigi 1842

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