Quel cavallino rampante.
Oggi a Modena si inaugura il Museo Casa Enzo Ferrari : il Mito di Maranello, raccontato a partire dal posto che lo ha visto nascere. Perché sapere da dove viene un uomo, con quali materiali è stato costruito è fondamentale per apprezzarne davvero la vita e quanto ha saputo fare - e si sa che noi modenesi abbiamo una passionaccia per la meccanica, compresa quella umana. A noi sembra sempre ci sia qualcosa di così simile tra il rombo di un motore e il battito del cuore, un qualcosa che ha a che fare con il ritmo della vita e con quanto è bello inventarsi qualcosa di nuovo per farla più veloce, armoniosa...proprio come l'andatura di un buon cavallo al trotto.
Ma quel cavallino nero e rampante cosa c'entrava con il Drake? era l'omaggio di un giovane Enzo Ferrari a Francesco Baracca, asso dell'aviazione italiana e Medaglia d'Oro al Valor Militare ma anche (e sopratutto) ottimo cavaliere.
Baracca era entrato alla Regia Accademia Militare di Modena per diventare ufficiale di cavalleria. Si mise in luce per la correttezza del suo assetto e per i risultati in campo sportivo: era sicuramente uno dei migliori cavalieri di salto ostacoli del suo tempo. Uscito dall'Accademia come sottotenente dei Lancieri servì poi in Piemonte Reale ("Venustus et audax", per gli amanti dei motti reggimentali), che aveva per insegna un cavallino d'argento rampante in campo rosso: lo stesso cavallino che Baracca usò come sua insegna personale quando lasciò la cavalleria per la nuova e affascinante arma dell'epoca, l'aviazione. Ne mantenne il profilo cambiandone solo il colore (forse rosso, più probabilmente già nero) ma era evidente il suo bisogno di continuare il forte legame che sentiva ancora per il mondo dei cavalieri, nel vero senso della parola: era un combattente del tutto privo di odio verso gli avversari che trattava come nei duelli dei tempi antichi - famosa quella volta in cui si complimentò con l'avversario costretto all'atterraggio di fortuna, e che era sopravvissuto all'avventura.
Il maggiore Francesco Baracca morì nel 1918, abbattuto da un colpo partito dalle trincee austriache sul Montello: ma il suo cavallino nero (quasi identico, ma non del tutto) galoppa ancora oggi sulle macchine più moderne e fascinose, quelle che rubano il cuore di chi si lascia trasportare dall'entusiasmo per il domani, dalla voglia di migliorare ogni giorno di più, di spostare un pochino più avanti l'ostacolo da superare per vedere se ci si riesce, e si inventa domani le soluzioni che oggi non ci sono ancora.
Come era lui, come era Enzo Ferrari che aveva voluto sulle sue macchine proprio il cavallino rampante di Francesco Baracca; e chissà che questa piccola storia non sia una di quelle cose che è utile sapere per capire meglio una persona.
P.s. SuperLeo mi perdonerà lo sproloquio motoristico, ma oggi era davvero inevitabile uno sconfinamento in Hp...