Un altro pezzettino di normalità.
Stamattina passeggiavo per Modena e mi sono accorta che hanno riaperto le chiese: era dalla prima scossa forte di maggio che erano state chiuse (per precauzione: qui in centro non ci sono stati danni, a parte la boccia di granito della chiesa del Voto e qualche stucco in Sant'Agostino) e mi mancavano. Domani poi riapre in pompa magna anche il nostro Duomo e penso che tutti i modenesi - sì, proprio tutti, anche quelli che non ci entrano nemmeno per San Geminiano - si sentissero amputati di qualcosa davanti a quelle porte chiuse.
Perché ci si accorge solo quando non ne puoi disporre liberamente che è molto, molto bello avere a disposizione un posto tranquillo, accogliente, fatto apposta per pregare e pensare. E puoi entrarci gratis, come se fossi a casa tua, e raccoglierti e godere del bello che contiene e di quello che ti aiuta a trovare dentro te stesso: oggi mi sono seduta in San Barnaba, l'organista stava provando qualcosa di settecentesco e frizzante e sembrava che anche i putti barocchi delle decorazioni brillassero di felicità, luccicanti come l'argento.
Adesso spero solo che riaprano a pieno regime anche il Palazzo dei Musei, mi manca la Biblioteca Estense: BE, ailoviù.