Forza Alex.
Per la precisione: forza Alex Schwazer, ce la puoi fare.
E non crediate che mi sia persa qualche Ansa, le ho lette tutte: il marciatore altoatesino, oro a Pechino quattro anni fa, è stato scoperto positivo all'antidoping per l'Epo o qualche altra schifezza di questo genere.
Le reazioni di Federazione, spettatori Olimpici, atleti dilettanti e semplici frequentatori del Bar Sport sono le più diverse ma mediamente sono fisse sulle tacche intermedie tra rabbia e vergogna, in un ideale barometro dell'umor sportivo nazionale.
Invece a me viene in mente Pantani (ve lo siete già scordato, là da solo in quella camera di albergo?), e Alex mi fa stare male: ma di preoccupazione, perché a me sembra un doping di debolezza di fragilità e non di presunzione o cattiveria, e spero che riesca a togliersi dalle spalle i pesi che lo hanno fatto angosciare così tanto da farsi una cosa del genere e riesca a diventare finalmente un uomo sereno.
Me ne frega una pippa dell'onorabilità dello stellone atletico, a quello devono pensare gli atleti che stanno dentro i giochi in tutti i sensi - e se ce la mettono tutta ad allenarsi in modo onesto e arrivano penultimi va bene lo stesso, io mi emoziono lo stesso guardandoli.
Ma il più ferito, il più distrutto, il più dolorante per tutta questa storia sarà lui, Alex, e avrà bisogno di un sacco di amici, e di aiuto e di tranquillità per saltarci fuori - sarà una gara che vale molto di più di una medaglia olimpica, sarà una gara che vale una vita.
Forza Alex, ce la farai: ti assicuro che si vive benissimo anche senza avere possibilità di ori olimpici - e capperi, tu ne hai già vinto uno, quindi sei comunque più bravo di me.