Cavalli e altri amici

8 hours: oltre la petizione, il bensone.

Molti di voi amici cavalcanti (o simpatizzanti tali) avranno, come noi, appoggiato la sacrosanta petizione di 8 hours: fare in modo che i trasporti degli animali destinati al macello non superino le otto ore e prevedano adeguate soste e un trattamento almeno sensato dei trasportati.

Ma i lunghi trasporti non sono solo un problema di chi, suo malgrado, è coinvolto nella nostra catena alimentare: ci sono tanti cavalli che per un motivo o per l'altro si sciroppano lunghi viaggi in trailer o van e anche per loro sarebbe bene poter spezzare certe trasferte. Come i due Mèrens del signor Braida, Otto e Ra, che sono stati a insegnare il loro mestiere (cavallo da attacchi, specializzazione pariglie) ad alcuni biondissimi colleghi domiciliati nel Parco della Majella. Il guaio è che loro abitano verso Savona, e sulla strada del ritorno in questa estate africana una sosta sarebbe stata proprio benedetta: logico che quando Davide (nostro carissimo e vecchio amico filo-Mérens, oltre che maestro delle redini lunghe) mi chiede se possono fermarsi dalle mie parti dico di sì e cerco il posto adatto.

E a chi potevo chiedere aiuto, in una situazione del genere? ovviamente ad una amica. Ma una di quelle che mi conoscono bene, che non si stupisce di sentirsi chiedere in prestito il prato di fianco a casa e non fa un plissé quando le  dico che vorrei metterle due cavalli in giardino (o quasi). Direte voi che era più semplice provare in un maneggio ma erano tutti posti più lontani dall'autostrada e più scomodi da raggiungere - visto che l'obiettivo era alleviare i disagi di un viaggio lungo, meglio scegliere una soluzione più estemporanea. Così l'amica dà il suo assenso, mi affida alla sua mamma che farà gli onori di casa (e non la ringrazieremo mai abbastanza della gentilezza, signora Alma)  e stamattina verso le nove e mezza Otto e Ra, professori di pariglie, sbarcano dalle parti di Modena Sud e si godono un po' di meritato relax.

Devo dire che la soluzione non sarebbe stata praticabile con cavalli meno adattabili, tranquilli e a prova di bomba dei nostri due Mèrens: ma io li conosco questi piccoli montanari, ed ero sicura che avrebbero apprezzato anche una soluzione così semplice. La mole rassicurante della vecchia stalla vuota da anni ha fornito l'ombra necessaria, il pozzo acqua fresca a volontà, e il prato un po' ingiallito dall'estate era più che appetitoso per i due morelli che appena scesi dal trailer si sono messi naso a terra e hanno mostrato di apprezzare il tutto senza discutere. Dopo cinque minuti erano già perfettamente a loro agio, tanto da rotolarsi beati sull'erba e mordicchiarsi a vicenda il garrese in beato grooming, come se fossero stati nel pascolo di casa.

E noi? ovviamente a far chiacchiere lì sul prato con loro, smangiucchiando un po' di frutta e una fetta di bensone, per una volta coinvolgendo nei nostri discorsi cavallosi anche qualche persona immune da cavallite cronica - il figlio di Rosa e il mio per la precisione, 17 anni e spiccioli cadauno, che non hanno proprio  resistito agli occhi dolci di Otto e Ra e se li sono spupazzati con entusiasmo.

Ma il momento in cui ho capito che i morelli avevano davvero fatto strage di cuori è stato quando la signora Alma,  vera rezdòra emiliana senza debolezze né fisime inutili, è arrivata con una gran  bracciata del suo profumatissimo fieno di medica: perché l'ospitalità non l'avrebbe mai negata a nessuno, ma una coccola come quella poteva essere solo meritata.

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