Emigrati di lusso, da Verona: i Kladruby.

Dal Rinascimento sino alla dissoluzione dell'impero asburgico i contatti culturali tra Italia e Boemia erano molto stretti (basti pensare che il 75% degli incunaboli custoditi oggi nelle biblioteche ceche è scritto in italiano) e assieme ai cavali spagnoli, veronesi, romani e napoletani arrivavano sin là anche le  maestranze specializzate italiane. Dagli architetti ai maestri di stalla, dai pittori ai musici: in tanti parlavano la lingua di Dante e tra i direttori dell'allevamento di Kladrub possiamo ancora leggere i nomi di Scipio della Grandia, Alessandro Grasseti e Francesco de Jacobo.

Negli anni '90 andò a Kladruby  in visita anche un Sagramoso, l'ultimo discendente dei marchesi veronesi allevatori del primo, magnifico morello divenuto capostipite di una delle famiglie Kladruber: persona squisita e colta volle conoscere il suo omonimo a quattro gambe, sognando assieme alla direzione di allora di vedere un giorno i discendenti di Sacramoso carrozziere nuovamente in Italia. Almeno per un piccolo tour, magari in Fieracavalli a Verona....ma sino ad ora è rimasto tutto solamente un sogno.

Ne vedremo mai la sua realizzazione? Chissà. Noi rilanciamo l'idea, si sa mai che qualcuno ci legga.

A proposito: se volete saperne di più su questi magnifici cavalli, trovate un servizio che li riguarda  sul numero di  Cavallo Magazine appena uscito in edicola.

E ditemi, guardando il Kladrub della fotografia (lui è Sacramoso Mantova X) così magnifico e così forte ma anche così dolce: non vi sembra ovvio che nel XIV secolo,  tra i suoi antenati italiani, ricorresse spesso il nome gentile di Belladonna anche per gli stalloni? perché certi cavalli riescono ad unire così bene armonia e potenza da essere superiori a certi limiti di genere e suscitare in chi li possedeva (uomini, per lo più) un tipo di ammirazione così profonda da non poter essere paragonata ad altro che quella riguardante l'altra metà del cielo.

Ma dico guardate quegli occhi, l'inclinazione così garbata dell'incollatura: e chi è che non se ne innamorerebbe?