Peluche.
In cartoleria, regalino per la bimba di amici in visita a Modena.
- Buongiorno, ha mica un cavallino di peluche?
- Certo, grande o piccolo? Le faccio vedere quello che ho...bianco, marrone?
- Mmmh, quello grigio, grazie. Lo preferisco al pezzato.
- Molto bene, una confezione regalo?
- Sì grazie, per una piccolina quindi qualcosa di rosa, direi.
La ragazza tira fuori una carta very girly e prepara i pacchettino, frusciar di nastri e un po' di silenzio affaccendato ma per poco, appena una pausa e la commessa
chiede:
- Alla bambina piacciono i cavalli?
- A dire la verità non ne sono sicura. Ma a me sì, quindi appena posso regalo sempre cavallini.
- Anche a me piacciono tanto i cavalli, ma non sono mai andata a cavalcare (sic).
- Può sempre cominciare, sa? non è mai troppo tardi.
Sguardo tra il sorpreso e il confortato della ragazza, che per un attimo abbandona il pacchetto e mi spalanca due occhioni grandi così in faccia.
- Davvero? ne è sicura?!
- Certo, l'importante è che all'inizio non si faccia mettere subito in sella: è meglio passare un po' di tempo con loro a terra, abituarsi alla loro mole e al loro modo di essere e di muoversi.
Osservarli, cominciare a conoscerli insomma: il resto sarà tutto più facile.
- Mi piacerebbe così tanto. Ma dove si può andare per imparare?
Faccio un elenco dei posti più seri che conosco nelle vicinanze, pago sorrido e saluto andandomene via col mio pacchettino tutto rosa.
Arriviamo dagli amici, la bimba (Giulia, deliziosa, due anni e poco più) è nel passeggino e la prima cosa che dice guardando quello che abbiamo nelle mani è:
- Eeeegalo?...
Certo che è un regalo. Le diamo il pacchetto, lo apre, tira fuori il cavallino di peluche e sorride e se lo appoggia alla guanciotta rosa e poi lo battezza:
- Bianco, come la neve.
La mamma sorride tenera, il papà la corregge:
- Si dice grigio, anche se è bianco.
Chiacchiere, Spritz, un po' di tempo in piacevolissimo relax.
Prima di salutarli chiedo a Giulia:
- E allora il tuo cavallino dov'è, ti piace?
- Sì, si chiama Bianco. Ma è ghigio!
E chiamatelo, se volete, proselitismo.