Cavalli e altri amici

Incurabile.

Devo essere incurabile.

Perché non è mica possibile che, da una gitarella a Piacenza, io riporti a casa:

a) la forte e decisa impressione che il cavallo di Alessandro Farnese sia un Bardigiano (da qui la foto utilizzata)

b) la curiosità di sapere perché santapaletta, PERCHE'! ne "Il cavallo bianco" di Giuseppe Ciardi, alla Galleria Ricci Oddi, il cavallo (grigio) in questione non ha tutte le tirelle a posto, nonostante sia attaccato all'aratro in mezzo al campo, il sole è alto, il lavoro non finito...perché staccano il cavallo?

c) la voglia di fare i complimenti al signor Troubetzkoy Paolo, che in un bronzo adorabile è riuscito a mettere assieme un cavallo da truppa anziano e rusticotto ma volenteroso con un ragazzino impettito e quasi stupefatto di se stesso, che gli si vede il sorriso intraversato di uno che ancora non sta bene in sella, ma accidenti se si sente togo!

d) un interrogativo insistente: ma Telemaco Signorini aveva davvero una passione per gli asini, che Dio lo benedica?

e) un flash fiorentino: ma avete idea del traffico che c'era a Firenze attorno al 1900?

Da notare che  punti b, c, d, e li devo a quella cosa bellissima che è la Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi: la collezione personale di un signore, Giuseppe Ricci Oddi, che ha anche costruito lo spazio ideale per esporla e lasciato non solo le opere ma anche i fondi necessari a mantenere e incrementare la sua raccolta. Tutto perché anche gli altri potessero vederle, apprezzarle, studiarle e goderne e io a uno così voglio bene, anche se è morto nel 1937.

Una nota personale: vale davvero la pena di fare una gita a Piacenza anche solo per vedere questa galleria, sappiatelo. E se capite il perché dei finimenti del cavallo grigio...scrivetemi, ve ne prego!

 

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