L’armonia secondo Raimondo D’Inzeo.
in
Cronaca
Tutto scorre, tutto finisce: anche la vita degli uomini, per lunga che sia. Il Colonnello* Raimondo D'Inzeo ha avuto la fortuna di vivere tanto, e bene, e facendo un lavoro che gli piaceva e per di più è riuscito ad ottenere risultati, in questo lavoro, del tutto eccezionali.
Avrete ripassato tutti nei giorni scorsi il resoconto della sua fantastica carriera agonistica: TV, Internet, giornali (tra cui lo speciale a lui dedicato sul numero in edicola di Cavallo Magazine). Ma come capita spesso il ricordo più bello e preciso e illuminante è arrivato a giornale chiuso, quando non potevamo più inserirlo.
Lo condivido qui con voi: è il pensiero del Colonnello Paolo Angioni, medaglia d'oro nel completo a squadre alle Olimpiadi di Tokio del 1964.
"Raimondo era come un solista di uno strumento musicale, pianoforte oviolino, per citare i più diffusi, che, anziché seguire alla lettera lo
spartito, compie quelli che si chiamano abbellimenti, cioè improvvisazioni.
Abbandona la tecnica, l'annotazione scritta sul pentagramma, e improvvisa
seguendo il suo istinto, ma senza perdere di vista o di ascolto il dettato
musicale, rappresentato dalle note scritte, lo stato morale del cavallo.
Seguendo un film di Raimondo con attenzione si può notare come certi
interventi dovrebbero essere perfino contrari alle leggi che regolano la
locomozione, di cui il salto fa parte. Per esempio la postura del collo,
regolata dalla tensione delle redini. Eppure l'intervento ottiene il
risultato di far saltare di più il cavallo o di fargli rasare, nel vero
senso della parola, una barriera che rimane al suo posto. Vuol dire agire
non secondo una tecnica, ma soltanto secondo il puro istinto. Specialmente
con Posillipo, come ancor di più con Gowran Girl, le sue azioni agivano sul
morale del cavallo, come se lungo le redini passasse non una forza o una
tension, più o meno pronunciata, ma una corrente, un segnale sensoriale o
nervoso. E' questa la difficoltà di imparare il modo di montare di Raimondo.
Come si può insegnare a un cavaliere a seguire l'istinto?"* Raimondo D'Inzeo era effettivamente Generale, avendo raggiunto il grado come da prassi appena prima del congedo dai ruoli effettivi. Ma tutti continuavano a chiamarlo Colonnello, come negli ultimi anni della sua carriera sportiva e non.