Giochi equestri
Ancora dallo Scaffale dei Classici di Cavallo Magazine: buona lettura!
L'immagine è tratta dallo splendido "Il trionfo della Virtù: festa d'armi a cavallo" di Girolamo Graziani e Francesco Stringa (1660), custodita nella "mia" adorata Biblioteca Estense.
Se è vero che il cavallo era il motore del mondo sino ad un secolo fa, riuscire a servirsene nel modo migliore era cosa di fondamentale importanza e nessuno sforzo in tal senso era ritenuto eccessivo: da qui il grande numero di opere, trattati e opuscoli che possiamo ancora oggi consultare. Per familiarizzare il più possibile con il cavallo e l’arte equestre c’erano infiniti mezzi a disposizione di chi poteva e doveva permetterselo: come i giochi equestri ed i tornei, per l’appunto. Georg Schubart, storico ed oratore tedesco del XVIII secolo nonché professore universitario a Jena, dedicò molto del suo lavoro a celebrare l’importanza di questo particolare tipo di esercizio a cavallo. I personaggi potenti potevano fare sfoggio in sella di tutta la loro forza politica e della propria capacità economica (i giochi delle precedenze nelle apparizioni pubbliche erano un termometro infallibile della potere effettivo dei vari cavalieri, e un bel cavallo addestrato a dovere aveva un valore economico perfettamente riconoscibile da tutti), i nobiluomini emergenti potevano mettersi in mostra per abilità, coraggio e destrezza. In quasi duecento pagine, rigorosamente scritte in latino, Schubart decanta le virtù degli esercizi equestri partendo dai greci dell’antichità classica, passando per Romani e Goti e finendo con una perfetta citazione del nostro Baldassarre Castiglione e del suo Cortegiano: duemila anni di storia, in cui il cavallo ha accompagnato l’uomo anche in questi spettacoli che sono riassunto, compendio e ricordo di tutta una cultura che va perdendosi.
“De Ludis Equestribus”, di Georg Schubart. Presso Giovanni Cristoforo Krebs - Magdeburgo, 1725.