Pent’abbecedario minimo.
Il Pentathlon è una di quelle discipline sportive di cui la maggior parte di noi sente parlare solo durante le Olimpiadi, e spesso i suoi atleti vengono considerati dai cavalieri "a tempo pieno" con un tantino di sufficienza: il che è sempre un atteggiamento profondamente sbagliato, ma specialmente in casi come questo del tutto gratuito. Perché è vero che il percorso che li vedremo affrontare non è al livello dell'altro salto ostacoli olimpico, ma bisogna tener presente che per i jumpers puri la specializzazione è ovviamente totale, mentre i pentatleti sono divisi in cinque da sempre.
Arrivano da anni di preparazione che, se anche li ha visti partire più affezionati ad una disciplina piuttosto che le altre, è stata suddivisa implacabilmente tra corsa, nuoto, scherma, tiro con la pistola ed equitazione (che tra l'altro è l'ultima specialità ad essere approfondita, entrando nelle gare dei pentatleti solo dopo i diciotto anni).
I cavalli che montano in gara non sono i loro cavalli, ma vengono forniti di volta in volta dall'organizzazione e (tranne nelle gare nazionali, dove può capitare di incontrare...vecchi amici) sono per loro del tutto sconosciuti: i pentatleti hanno a disposizione solo venti minuti, prima di ogni gara, per mettersi insieme al cavallo che è stato loro assegnato con un sorteggio. Venti minuti, non uno di più - meno del tempo medio che passano in campo prova binomi specializzati in salto ostacoli, che oltretutto lavorano insieme in modo regolare - e poi insieme affronteranno un percorso di 12 ostacoli di almeno un metro e venti (gabbia e doppia gabbia compresi).
Oltre a questo, in una sola giornata i pentatleti devono tirare di scherma (ognuno contro tutti gli altri), nuotare per 200 metri, sparare con la pistola (5 bersagli, 70" a disposizione) e correre per mille metri (tiro e corsa per tre volte di fila): direi che ce ne sia abbastanza per farceli ammirare in modo incondizionato, non trovate?