Il ritorno del Re: gli occhi di Stralisco.
Mi piace ascoltare le storie della gente che ama i cavalli, e mi piace fare da megafono per farle girare, lasciare che colpiscano più orecchie, più teste, più cuori.
Certe volte posso metterci un po' di mio, serve anche a questo essere accordati sulla stessa nota (o sullo stesso nitrito, nel nostro caso) ma altre volte sono felicemente inutile: come in questo caso, e vi giro tal quale la lettera di una amica che ha finalmente visto tornare a casa il suo cocco nero come la notte che, per un accidente sciocco come tanti che capitano ai cavalli, è dovuto rimanere in clinica per un po' di tempo a farsi curare un occhio, che rischiava di perdere.
Lei è Luigina Covi da Trento, lui è uno stallone Mérens, Stralisco dell'Aurora: lo potete vedere nell'immagine con una delle sue più accanite fan (e di loro vi avevo già parlato in un altro post: in parte mi ripeto, ma non è che posso falsificarmi i pensieri per non essere noiosa...sopportate il dejà-vue).
Stralisco è tornato! bello e allegro come sempre, forse più di sempre..Ha annusato il suo antico box, si è rotolato 3 volte nel truciolo odorante di fresco,ha bevuto l'acqua fresca della nostra valle, ha mangiato il suo fieno,si è lasciato medicare con la solita pazienza e con passo ineguagliabile, elegante e maestoso, ha fatto due giri nella neve.Piano piano, senza correre, per annusare un'aria che odora di libertà e riacquistare i colori e le immagini della sua terra.Ancora gli scendono lacrime di colliri dall'occhio malato, ma sarà solo questione di tempo: Stralisco tutto questo lo sa e sereno attende.Rizza le orecchie, riconosce i rumori di sempre, si mordicchia con il vecchio Chico che, geloso, a noi mostra il suo rotondo didietro.Stralisco è tornato...Samuel l'ha abbracciato forte e, con i suoi quasi vent'anni, ha versato lacrime da bambino:Poi, mentre si tornava a casa a piedi sotto la neve, questo figlio instancabile e sensibile come il suo cavallo mi ha detto: "Sai mamma, ho pensato che Strali è magico!!!"Si , è magico, se non fosse altro per le emozioni che ci fa conoscere.