Giorgio Armani, Gino Paoli e Ornella Vanoni, la Bardot e la Loren. Sono gli splendidi ottantottenni, felici nella loro terza età di anziani di successo. Li vediamo sotto i riflettori e in tv, il messaggio che lanciano è inequivocabile: è possibile avere una vita appagante e ricca di soddisfazioni, autonoma e prodiga di affetti, allontanando lo spettro della vecchiaia.

Anche il Santo Padre ha affrontato il problema dell’universo anziani, sotto un’altra angolatura: non sempre un nonno o una nonna hanno una casa, ha detto Francesco, allora ben vengano gli alloggi per anziani, ma che siano veramente case e non prigioni, e che siano per gli anziani e non per l’interesse di qualcuno altro, non ci devono essere istituti dove gli anziani vivono nascosti e dimenticati. Mi sento vicino a questi anziani che vivono in questi istituti e penso con gratitudine a quanti si prendono cura di loro.

L’allungamento della vita media è frutto del progresso, ma rappresenta una sfida importante per il futuro, perché l’età comporta l’insorgenza di fattori di rischio per ben più gravi patologie, basti pensare all’infarto del miocardio, ictus, ipertensione, diabete, malattie metaboliche, neurodegenerative e tumori. Proprio all’interno di questa cornice la Fondazione IBSA per la ricerca scientifica ha organizzato il Forum Aging: is it a disease? che si è tenuto presso la Goethe University di Francoforte. Tutti gli apparati del nostro organismo nel loro insieme risentono in varia misura dell’età avanzata. Per far fronte al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è necessario quindi che anche la medicina si evolva da un modello basato sul controllo dei fattori di rischio associati alla patologia verso una medicina basata sulla riparazione e recupero del danno funzionale degli organi, ossia una medicina rigenerativa.

L’Healthy Aging, ovverossia invecchiare in salute, mantenendo le funzionalità degli organi riassume il futuro della ricerca sull’invecchiamento, questo il pensiero del Prof. Carlo Gaetano, Direttore della Divisione di Epigenetica Cardiovascolare presso la Goethe University. Lo studio e la ricerca in questo campo rappresentano la vera sfida che la società moderna è chiamata ad affrontare con sempre crescenti investimenti, intellettuali ed economici, in ragione dei costi molto elevati dell’assistenza dovuti anche all’allungamento della vita media della popolazione.

Investimenti, aggiungiamo, che le case farmaceutiche stanno facendo, non solo per arrivare a sconfiggere, in maniera sempre più efficace, malattie invalidanti come diabete, cardiopatie, neoplasie e patologie neurologiche come l’Alzheimer. Dietro le quinte si percepisce che siamo sempre in attesa dell’elisir di lunga vita. Oggi gli studi sono mirati, rivolti appunto all’epigenetica (studiare l’espressione variabile dei geni per limitare i danni e abbassare l’infiammazione che accelera i processi di invecchiamento), alla nutraceutica (isolare e somministrare i fattori di protezione contenuti nei cibi biologici e naturali), all’adozione di stili di vita (attività fisica e dieta), stili di vita che a parole tutti condividiamo e vorremmo perseguire, ma sono difficili da ottenere, prova ne sia il numero di persone in sovrappeso con pressione alta e sindrome metabolica.

Una pillola che aiutasse a mantenere i telomeri giovani (nei cromosomi esiste infatti una sorta di orologio biologico del nostro organismo) regalerebbe vita agli anni e anni di vita anche a quanti, in sovrappeso o abituati a una vita sedentaria, sono considerati adesso, a ragione, una fascia di popolazione a rischio nella maturità. Questo l’impegno per il prossimo futuro, arrivare a sconfiggere l’invecchiamento per arrivare a novant’anni in piena autonomia, e vivere una vecchiaia serena fino ai cento e oltre.

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