Finalmente una buona notizia, una turista di origine tedesca è stata salvata a Venezia grazie al tempestivo intervento con il defibrillatore installato nell’hotel in cui alloggiava, il Bauer. La donna era in arresto cardiaco, non respirava e il cuore non batteva. La prontezza di spirito del portiere dell’albergo, che era addestrato alle manovre di primo soccorso, ha scongiurato il peggio.

L’impiegato ha praticato il massaggio cardiaco e in attesa dell’arrivo dei soccorsi si è avvalso del defibrillatore semiautomatico. Tutto bene. Alla fine la signora è stata portata in ospedale dove una delicata operazione chirurgica le ha restituito un cuore nuovo di zecca, ed è stata dichiarata fuori pericolo. «Abbiamo corretto una rottura coronarica importante, ha dichiarato il primario cardiologo, posso dire che l’intervento combinato, prima con il defibrillatore e poi in ospedale, ha salvato la vita alla turista».

I defibrillatori a Venezia sono stati installati nell’ambito di un programma denominato Città cardioprotetta, realizzato dall’Azienda sanitaria con l’associazione albergatori e le amministrazioni locali. Questa storia a lieto fine dimostra che gli sforzi degli Amici del Cuore, per promuovere una rete di defibrillatori e, cosa non meno importante, per addestrare un numero sempre maggiore di persone alle manovre di primo soccorso, sono fondamentali per salvare vite umane. Episodi come questo saranno discussi e commentati nel corso del prossimo congresso di Conacuore, il coordinamento delle associazioni di volontariato di area cardiologica, presieduto da Gianni Spinella, che si tiene nei giorni 8-9 maggio a Modena (info su www.conacuore.it).

Le problematiche delle malattie cardiovascolari al femminile sono state discusse recentemente a Roma in occasione della presentazione della campagna Vivi con il Cuore, per riconoscere i sintomi premonitori dell’infarto nella donna (info su www.viviconilcuore.it). L’iniziativa ha il patrocinio della Società Italiana di Cardiologia, ARCA (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali), SIPMeL, Società Italiana Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio, SIBIOC, Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica, e il supporto di Abbott.

Non ce l’ha fatta invece, nonostante i soccorsi, Gregory Martens, 24 anni, calciatore belga del Lokeren. Era in coma indotto dopo un episodio di arresto cardiaco che lo ha colpito durante una partita amichevole con il Genk, ed è morto in ospedale. Mertens si era accasciato al ventesimo minuto e i medici avevano tentato invano di rianimarlo con il defibrillatore, prima che venisse portato via in ambulanza. Ex nazionale belga nell’Under 19. Un motivo in più per continuare la nostra battaglia, e promuovere le tecniche di primo soccorso cardiologico.

Intanto la Società Italiana di Cardiologia Invasiva (GISE) ha presentato il Rapporto Rete IMA Web 2, seconda rilevazione nazionale sullo stato di attuazione delle reti territoriali per il trattamento dell’infarto miocardico acuto. Il ricorso alla procedura salvavita mediante angioplastica (riapertura meccanica delle arterie e applicazione di stent) avviene nel 64,7% dei casi. Era praticata in poco più di un terzo nel 2008. Rispetto alla precedente rilevazione è raddoppiato, passando dal 42,6% al 79,6%, il numero di pazienti con infarto diagnosticato sul territorio che vengono inviati ai laboratori di emodinamica, senza transitare dal pronto soccorso, con conseguente accorciamento dei tempi di intervento (info su www.rete-ima.it).