La vicenda della diciottenne francese, sieropositiva dalla nascita, che da 12 anni ha sospeso i farmaci e continua a stare bene, è legata all’efficacia dei trattamenti antiretrovirali che hanno aperto la strada a una regressione spontanea del virus Hiv. «I fattori che hanno reso possibile questo fenomeno – ha spiegato Paolo Rossi, direttore del Dipartimento Pediatrico dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma – non sono ancora ben conosciuti. Nella maggior parte dei casi, i bambini trattati precocemente mostrano una ripresa più o meno veloce della replicazione del virus dopo interruzione della cura. Altre volte si riscontra un periodo variabile di remissione». Ma è la prima volta che si registra una regressione del virus Hiv per un tempo così prolungato, 12 anni dall’interruzione del trattamento. Un modello da studiare, per capire come migliorare ulteriormente i farmaci per queste malattie.

Ad oggi, un vaccino per l’HIV non esiste, poiché gli anticorpi noti non sono in grado di bloccare l’infezione una volta che si è barricata dentro le cellule. Si possono però potenziare le difese immunitarie contro il virus. Nei mesi scorsi Mauro Giacca, medico ricercatore e direttore del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie di Trieste, con una sofisticata tecnica di microscopia ha descritto per la prima volta il comportamento del Dna del virus Hiv, che si ferma non appena entra nel nucleo della cellula, nella periferia vicino ai pori, che sono le sue porte d’ingresso. Questo è con ogni probabilità il motivo per cui la replicazione del virus, una volta raggiunto questo punto preciso, si spegne. La cellula che contiene il virus sfugge al sistema immunitario e diventa insensibile ai farmaci. Farmaci che bloccano la malattia, e mantengono il paziente apparentemente sano, ma che si dimostrano incapaci di eliminare il virus. Ecco perché, delle tante persone infettate a partire dagli anni ’60 fino a oggi, nessuno è mai guarito definitivamente. «Lo studio del gruppo di Giacca è un passaggio importante – ha precisato da parte sua Andrea Cossarizza, professore universitario a Modena – la scoperta apre nuovi scenari per la comprensione di un momento chiave del ciclo replicativo del virus all’interno della cellula».

Da segnalare, per restare in tema, il sito www.hivinfogame.it rivolto a ragazzi e adolescenti, con informazioni chiare, realizzato per riportare l’attenzione su un problema di cui negli ultimi anni si è parlato poco, salvo tornare alla ribalta in occasione di scoperte importanti. Infogame è un’iniziativa della serie HIVNonfermiamoci, progetto sostenuto da Janssen, SIMIT e ANLAIDS. Da quando il virus HIV è apparso nel mondo, nel 1982, sono 75 milioni le persone contagiate e 36 milioni i decessi. Gli HIV positivi, nonostante tutto, continuano a diffondersi al ritmo di quattromila nuovi casi in Italia ogni anno, mentre l’attenzione si sposta altrove. È diminuito infatti il numero di ricerche online a tema Hiv/Aids. Negli ultimi 12 mesi Ebola ha registrato oltre 440.000 citazioni a fronte di sole 71.000 relative a HIV/AIDS.