I Premi Nobel per la Medicina sono dedicati quest’anno alla scoperta di farmaci in grado di debellare piaghe antiche come i parassiti. Dalle ricerche dell’irlandese William C. Campbell e del giapponese Satoshi Omura, in particolare, è stato messo a punto l’ivermectin. Ogni anno la Merck devolve qualcosa come 270 milioni di dollari per distribuire gratuitamente questo farmaco (Mectizan Donation Program) in modo da sconfiggere i parassiti che provocano l’oncocercosi, l’elefantiasi (filaria linfatica) e altre infestazioni. L’oncocercosi, conosciuta anche come cecità fluviale, è una malattia trasmessa all’uomo dalla puntura di una piccola mosca nera che vive soprattutto nei fiumi a rapido scorrimento. Le manifestazioni della malattia includono i dolorosi noduli sottocutanei, che si depositano a centinaia tra le costole, sul cranio, sui gomiti, sulle gambe, tra i muscoli e mandano in necrosi la pelle (cute a macchia di leopardo o squame di lucertola). La dermatite cronica causata da oncocercosi può essere estremamente debilitante e provoca un prurito insopportabile. Le lesioni all’occhio riducono il campo visivo fino a intasare completamente la retina, e si diventa ciechi.

Il farmaco dei Nobel dal lontano 1987 è regalato alle ong, un chiaro esempio di responsabilità sociale dell’azienda MSD. Il premio a Omura e Campbell è dunque un riconoscimento che va a tutto il team che scoprì questa molecola, presso i laboratori del Merck Institute for Therapeutic Research. L’industria non ha mai tratto profitto da questa ricerca e si è impegnata a distribuire il medicinale per sempre, fino a quando le piaghe non saranno debellate. Mectizan ivermectin donation program è la più importante iniziativa di solidarietà a livello mondiale mirata a sconfiggere una malattia. In America latina il sogno si è già realizzato, la Colombia ha eradicato la malattia nel 2007, l’Ecuador quattro anni fa. In Africa l’eradicazione va avanti di pari passo e deve continuare, sono 18 milioni nel mondo le persone colpite da oncocercosi, 270mila quelle diventate cieche prima che venisse inventato e distribuito liberamente il prodotto salvavita. I manager si erano subito resi conto di avere in mano una molecola sbalorditiva ma destinata a una popolazione che non sarebbe mai stata in grado di pagarla.

In un certo senso questo Nobel non è una sorpresa, era stato anticipato a Bologna, in una cerimonia nel Palazzo dell’Archiginnasio, l’11 giugno del 2011, per il primo Forum Sociale dedicato alle malattie nei Paesi in via di sviluppo organizzato con il sostegno dell’Associazione Medici Oculisti per l’Africa (AMOA). Nell’occasione l’amministratore delegato di MSD Italia confermò che Mectizan sarebbe rimasto un farmaco di pubblico dominio, cioè distribuito gratuitamente «a tutti coloro che ne hanno bisogno fino a quando questa devastante malattia non sarà eliminata in tutti e 33 i Paesi nei quali è endemica. Una decisione che rispecchia la convinzione che scienza e ricerca debbano essere, in primo luogo, al servizio della Società» con un pensiero rivolto alle associazioni di medici e volontari che operano in condizioni estremamente difficili, salvando milioni di vite umane. Scoperte simili hanno risparmiato sofferenze incommensurabili all’umanità, hanno detto da parte loro gli accademici del Karolinska Institut di Stoccolma. E bene hanno fatto a dare il loro imprimatur a questa gara di solidarietà.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale