Il doodle di Google, il gingillo che accompagna il simpatico motore di ricerca, è stato dedicato oggi a René Laennec, medico francese che nel 1816 inventò lo stetoscopio. Da studenti, nel primo triennio di medicina e chirurgia, quando per la prima volta ci si avvicina all’auscultazione del cuore e del polmone, durante le esercitazioni di semeiotica con il mitico fonendoscopio Littmann, a volte si tralascia di studiare la genesi dello strumento. Una sorta di amplificatore, una membrana che sfrutta i principi della fisica e migliora la percezione delle vibrazioni, degli sfregamenti e dei rumori. Onde acustiche che raccontano della salute dell’individuo, segni che sarebbe difficile cogliere solo appoggiando il palmo della mano e l’orecchio sul paziente.

Doodle di Google dedicato all'inventore dello stetoscopio, René Laennec

La medicina moderna sembra voler sottovalutare il valore degli strumenti tradizionali. Certo la tecnologia ci offre nuovi ausili, straordinari come l’ecografia, gli ultrasuoni che meriterebbero di essere installati in tutti i moderni ambulatori di medicina generale per dare immediatezza e praticità alla visita. Purtroppo, come riferiscono le cronache, a volte il medico di famiglia sembra sottovalutare la sua professione, e ci manda dallo specialista senza fiatare anche per qualche disturbo che potrebbe essere risolto in via breve. Sommersi dalle pressioni burocratiche, è più il tempo che i camici bianchi trascorrono con le dita sulla tastiera del computer, di quello passato a contatto con il paziente. Ecco perché il ricordo di Laennec e dello stetoscopio fa tenerezza.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale