Flop del viagra rosa, scrive la prestigiosa rivista Jama, scarsi effetti sul desiderio sessuale. Le vendite della pillola che accende la passione nella donna (nome commerciale Addyi, principio attivo flibanserina) sono inferiori alle attese, il gioco non vale, c’è un alto rischio di effetti collaterali. Ma nell’uomo, al contrario, le mentine dell’amore vanno forte. Da farmaci miracolosi, da prescrivere nel calo di virilità, sono diventati come droghe ricreative, buone per tutte le età, le prendono perfino gli adolescenti alle prime esperienze. Ed è un arcobaleno di colori a vivacizzare le fatidiche cinquanta sfumature di grigio. Viagra, basta la parola. Si chiama Sildenafil, ma per tutti è la pillola blu, cavallo di battaglia della Pfizer. Per questa molecola, al congresso di Urologia di Firenze (settembre 2014) si scomodò nientemeno che il porno divo Rocco Siffredi come testimonial. Disse che il maschio deve vivere il sesso come un gioco, liberare la fantasia, privilegiare la capacità di sentirsi libero da condizionamenti e quindi riportare la fisicità in una dimensione di leggerezza. Ma il primato viene incalzato da altri contendendi, il giallo è il colore di Cialis, il Tadalafil della Eli Lilly, che all’azione positiva sulla disfunzione erettile aggiunge benefici nella cura dell’ipertrofia prostatica benigna. C’è poi il Levitra della Bayer (Vardenafil) e per ultimo, ma non meno importante, lo Spedra (Avanafil), la pillola rossa distribuita da Menarini, che rispetto ai rivali promette una velocità di azione degna di uno sprint in Formula Uno, fa effetto nel giro di un quarto d’ora. Dunque non c’è che l’imbarazzo della scelta, a patto di rivolgersi al medico, che sarà sempre la persona più adatta a consigliare il prodotto giusto al momento giusto.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale