TARTASSATI e precari ma in forma. Gli italiani costretti a tirare la cinghia si prendono una rivincita. Primi nella classifica delle popolazioni più in salute del pianeta. Lo stabilisce il Bloomberg Global Health Index, una ricerca internazionale che ci colloca sul gradino più alto del podio su 163 Paesi, seguiti da Islanda, Svizzera, Singapore e Australia.Merito della dieta mediterranea che ci rende più longevi.

«L’Italia risulta il luogo migliore dove nascere», scrivono gli esperti. «Un bimbo qui ha un’aspettativa di vita che supera gli 80 anni». Abbiamo staccato in Europa la Spagna (sesta), la Francia (quattordicesima), la Germania (sedicesima) e la Gran Bretagna (ventitreesima). Siamo più in forma di nazioni con tenore di vita più elevato come Canada e Stati Uniti, dove la gente ha più problemi, «dalla pressione alta al diabete, al colesterolo, fino a una maggiore incidenza di disagio psichico».

Nella classifica sono entrate anche altre variabili come la diffusione del fumo di tabacco, considerato dannoso, qualità dell’aria e dell’acqua,l’efficienza del servizio sanitario. Ma è principalmente la dieta mediterranea, per Bloomberg, a farela differenza. Merito dei prodotti freschi e di stagione, frutta e verdura, olio extravergine di oliva e pesce azzurro naturalmente ricco di fattori protettivi. Se la salute è nel piatto, l’Index segna un passo avanti per noi anche rispetto alla classifica precedente, quando l’Italia conquistò la seconda posizione alle spalle di Singapore. L’ultramoderna città-stato asiatica, tuttavia, ha ritmi frenetici e un costo della vita tra i più cari al mondo. Secondo Bloomberg, l’Italia ha dalla sua un valido sistema sanitario che ci regala anni di vita.

«Attività fisica e sport all’aria aperta, dieta mediterranea, corretti stili di vita e un servizio sanitario pubblico universalistico sono i segreti della longevità italiana – ha commentato il ministro Beatrice Lorenzin – ma questi sono traguardi da consolidare senza dare nulla per scontato. Proteggere e migliorare il nostro sistema è un preciso dovere».

L’INTERVISTA

«Il merito è tutto legato allo stile di vita italiano, alle tradizioni che dobbiamo salvare e ai prodotti della nostra terra che portiamo in tavola». Gaetano Crepaldi, presidente della Fondazione Dieta Mediterranea, universitario specialista in medicina interna a Padova, è entusiasta per il riconoscimento ottenuto da Bloomberg.

Professore, quali i punti di forza della nostra alimentazione?

«La dieta mediterranea, se seguita correttamente, ci difende dalle malattie di cuore e dalla depressione, aiuta a prevenire obesità, tumori e diabete. Lavori recenti mostrano che riduce l’incidenza di Alzheimer e Parkinson, è ideale non solo per vivere più a lungo ma anche per limitare la fragilità tipica dell’anziano, mantenere intelligenza e memoria, capacità di ragionare e di pensare».

Quali sono gli ingredienti base di una corretta dieta?

«Frutta e verdura, legumi e cereali, pesce, senza eccedere con carne, uova e formaggi. Ma il segreto è l’olio extravergine di oliva». Perché, cosa contiene? «L’olio di frantoio italiano non è solo condimento, entra nel metabolismo dei trigliceridi, nella vitamina E, introduce fitosteroli e polifenoli, riduce l’infiammazione che innesca i processi di invecchiamento e le cronicità».

Quali altri elisir di lunga vita?

«La convivialità, lo stare a tavola felicemente in famiglia o con amici. Uno stile da adottare anche in mensa, in azienda o nelle scuole, e quando si cena fuori». Come vincere lo stress? «Spegnendo i telefonini all’ora di pranzo. Parlandosi e guardandosi negli occhi. Una volta si giocava a tombola, a fine pasto. Poi occorre fare attività fisica per smaltire».

Oggi si parla di periodi di digiuno e restrizioni caloriche.

«Privarsi di colpo è una situazione dannosa, meglio in questi casi farsi seguire da specialisti». Altri segreti? «Riscoprire i semi di zucca, noci o mandorle. Cercare gratificazioni dolci nella frutta».

E chi vuole dimagrire?

«Ancora una volta è la dieta mediterranea a vincere, oltretutto è tutelata dall’Unesco. Bastano pochi giorni per cambiare psicologicamente, si attivano geni che ci proteggono. Non esistono altre pillole magiche o farmaci per contrastare l’invecchiamento».

Come studiate le proprietà alimentari?

«Promuovendo studi sui prodotti e le tecnologie di trasformazione. Ad esempio con il professor Alessandro Casini, presidente della Fondazione Internazionale Menarini, abbiamo organizzato un meeting internazionale a Ostuni. La scelta della sede è legata anche alla presenza a Brindisi della Cittadella della Ricerca, un consorzio senza scopo di lucro che facilita la ricerca tecnologica, la creazione di reti e l’internazionalizzazione per le aziende del territorio».

Alessandro Malpelo

pubblicato su QN Quotidiano Nazionale – IL GIORNO – il Resto del Carlino – LA NAZIONE