L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato la rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale del trattamento per via orale denominato Apremilast nell’indicazione artrite psoriasica attiva in pazienti adulti che abbiano risposto in modo inadeguato o siano risultati intolleranti ad almeno due trattamenti DMARDs convenzionali, e in cui i farmaci biologici siano controindicati o non tollerati.

L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi da Celgene Italia, e si riferisce ai contenuti riportati sulla Gazzetta Ufficiale n.34 del 10 Febbraio 2017. Apremilast non richiede lo screening preventivo per la tubercolosi o il monitoraggio di laboratorio periodico, è un’opzione terapeutica a disposizione di quanti non rispondono in modo adeguato ai trattamenti attualmente a disposizione. Si tratta del primo trattamento orale approvato negli ultimi 15 anni per l’artrite psoriasica.

L’artrite psoriasica – spiega Ennio Lubrano, docente di Reumatologia presso l’Università degli Studi del Molise – è una patologia infiammatoria cronica delle articolazioni su base autoimmunitaria, con una predisposizione genetica e determinata dall’interazione di fattori scatenanti, quali ad esempio infezioni virali o traumi fisici. Spesso è associata alla psoriasi, dermatite cronica non infettiva, tanto da considerare che interessi almeno un paziente su 3 affetto da questa patologia. In Italia, si calcola che la prevalenza dell’artrite psoriasica sia dello 0,5% e cioè che interessi almeno 300.000 persone, soprattutto di età compresa tra i 40 e i 70 anni, anche se la sintomatologia può iniziare a manifestarsi anche molto prima, anche con forme giovanili.

Manifestazioni caratteristiche di questa patologia rispetto alle altre artropatie sono sicuramente le dattiliti e le entesiti. Le prime sono causate da un gonfiore omogeneo di un dito della mano o del piede per infiammazione dei tendini e delle articolazioni del dito interessato, le seconde dall’infiammazione del sito di inserzione dei tendini e dei legamenti sull’osso, quale ad esempio l’inserzione del tendine di Achille, posteriormente alla caviglia, o del gomito. Si tratta di sintomi caratteristici delle artriti sieronegative, quali l’artrite psoriasica, ma spesso difficili da riconoscere perché confusi con tendiniti o con mialgia. Se non correttamente diagnosticata, l’artrite psoriasica, nel lungo periodo, può compromettere significativamente la qualità di vita di chi ne è affetto. La diagnosi precoce, idealmente entro i primi 12 mesi dalla comparsa dei sintomi, consente invece di trattare efficacemente il paziente, evitando che l’infiammazione induca dei danni permanenti e irreversibili alle articolazioni interessate.

Oggi lo specialista di riferimento per la gestione dell’artrite psoriasica, il reumatologo, per arrivare alla diagnosi ha a disposizione sia strumenti di imaging, dalla radiografia tradizionale, all’ecografia e alla Risonanza Magnetica, sia analisi di laboratorio, che possano escludere ad esempio la presenza di un anticorpo chiamato fattore reumatoide, spesso associato all’artrite reumatoide, o di altre malattie infiammatorie. Una volta correttamente diagnosticata, l’artrite psoriasica può essere efficacemente trattata grazie ad un ampio armamentario terapeutico, implementato negli ultimi vent’anni e, oggi, arricchito anche da nuovi farmaci biologici, potenti immunosoppressori dal differente meccanismo d’azione, efficaci e molto ben tollerati dai pazienti. Apremilast costituisce un’ulteriore innovazione.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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