Cristina e la campagna SMuoviti. Traversata a nuoto dello Stretto
Ha portato a termine la traversata dello Stretto di Messina ha vinto la sua sfida contro la sclerosi multipla con la quale convive ormai da 7 anni. Cristina Guidi, 36 anni, è stata protagonista dell'impresa promossa dall’associazione Asd «Nuotando con amore» di Roma e dall’associazione «Baia di Grotta» di Messina, in collaborazione con AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Cristina, romana, è uno dei tre volti della campagna @SMuoviti che l'associazione ha realizzato per celebrare mezzo secolo, traguardo che ricorre quest’anno. www.smuoviti.aism.it
«Il nuoto è diventata una passione in concomitanza con la diagnosi di sclerosi multipla» ha detto Cristina. «La mia passione è cresciuta giorno dopo giorno. All’inizio in piscina mascheravo i segni sulle gambe con una grande goffaggine: parlare della malattia non era facile. Oggi non mi fermo: per questo attraverso a nuoto lo Stretto di Messina».
Un'ora, 13 minuti e 43 secondi. Cristina ha impiegato questo tempo per coprire i tre chilometri e mezzo da Punta Faro (Messina) a Cannitello (Reggio Calabria). "Avevo al seguito tutti i volontari e le persone amiche, per darmi forza e coraggio" ha detto Cristina all'arrivo al termine della prova.
Si trattava di una traversata non competitiva di gruppo: una trentina di persone provenienti da tutta Italia. Come ha spiegato Luciano Vietri, organizzatore, del gruppo di Cristina faceva parte anche Emanuele Mari di Comacchio (Ferrara) che aveva in programma una doppia traversata (andata e ritorno) sempre dedicata alla lotta alla sclerosi multipla. La federazione italiana cronometristi ha certificato i tempi di tutti.
La sclerosi multipla è una malattia del sistema nervoso, che può colpire in qualsiasi momento. È una affezione cronica e progressivamente invalidante: può esordire a ogni età, ma viene per lo più diagnosticata nei giovani tra i 20 e i 40 anni e nelle donne che risultano colpite in numero doppio rispetto agli uomini. Per la sclerosi multipla abbiamo un ventaglio di farmaci importanti ma non esiste ancora una cura definitiva, per questo la ricerca va avanti.
Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale