DOVEVATE pensarci prima. Se non l’avete fatto, ultimo giorno per la caccia al capretto e all’agnello di qualità, al ristorante aperto per ferie. Il mio consiglio è per un tradizionale e sobrio pranzo in famiglia. Fatevi un giro a Eataly, Zoppi e Gallotti o Peck e scegliete poche, due o tre, cose di livello, nella vostra fascia di acquisto. Allo Smeraldo c’è La Granda, il primo produttore di razza piemontese, alla Macelleria La Annunciata, nell’omonima via, da Mauro Brun, capi allevati in Basso Piemonte come dal socio Bruno Rebuffi, che ha rilevato l’onore di sostituire Ercole Villa in viale Brianza all’11. Il Villa era amico e socio di papà Motta e Sergio a Inzago è un altro sicuro posto d’eccellenza. Perché da loro, se non trovate agnello o capretto, avrete una grande carne da cucinare. Un antipasto veloce, salame o crudo di piccoli produttori (il top del crudo è il Ruliano 24 mesi etichetta nera), una selezione di formaggi corta e coraggiosa: i bergamaschi della Val Brembana, formai de mut e branzi, il magnifico taleggio di Taddei e il suo Blutunt, versione estrema dello starchitunt. Erbiorinato regale. O un antipastino di gamberi. Vini strutturati per accompagnare il pasto, direi tutte le nostre declinazioni del nebbiolo meglio di sangiovesi e merlot, non disprezzate barbere e croatine, bonarde ferme, l’uvaggio di San Colombano, Riccardi o Guglielmini Riserva Battaia. Il sublime e introvabile Barbacarlo della collian cru di Broni. Controllate se Nuovo Macello, Erba Brusca, Ratanà, Un Posto a Milano, Ristorante Macelleria Motta sono aperti. È la cucina di queste feste.