FLO sta guidando. Da Lyon a Milano e da Milano a non so. Manager romantica e imprenditrice poetica, ha inventato un nuovo modo di essere vigneron e lo Champagne Marguerite Guyot, dedicato alla nonna, trilogia di variazioni emotive dei tre monovitigni, Pinot Meunier, Chardonnay e Pinot Noir. Brut pluripremiati, anche se le prime bottiglie sono uscite solo quattro anni fa. Florence Guyot vendeva grandi champagne in Italia, ha proposto bollicine in purezza, poco dosate, «il pas dosè è troppo maschile!». Prezzi sui 50 euro. Profumate, naturali e vinose. Eleganti nel perlage minimalista, delicato come un unico soffio vitale. E floreale nelle etichette Art Nouveau, ispirate ad Alphonse Mucha. Solo 20mila, firmate.

LO PRODUCE con un vigneron amico di Damery, «che mi ha ceduto parte delle sue uve e aiutato nel processo enologico. Noi siamo diversi: niente assemblaggi, non lasciamo lo stile al liqeur d’expedition, il nostro è molto naturale (qualcuno ci mette fra gli champagne biodinamici). Teniamo conto del terroir, voglio che si senta il vino». Penso che un grande champagne, quando il perlage sfiorisce, deve restare un grande bianco. Flo ha viaggiato a lungo fra States e Spagna, poi è tornata a Lyon dove la famiglia aveva una storica enoteca e produceva un liquore d’erbe, l’Archebuse, molto famoso. «A papà venne l’idea di vendere champagne in Italia, mia madre è fiorentina, e ci siamo fatti subito conoscere. Adesso la mia linea, “Petals d’Emotions”, è distribuita da Alser e a Milano siamo da Sadler, al Baretto e al Principe di Savoia. Faremo per il Principe in esclusiva un Magnum del Blanc de Blanc (Chardonnay 100 per cento) Cuvée Seduction».
All’Acanto del Principe, verticale con le Cuvéè Desir (BdN Pinot Meunier), “Seduction” Magnum, “Passion” (BdN Pinot Noir), il mio preferito con la magnifica “Extase“, (BdB) Gran Cru Brut 2002 (Millesimato). Chef Fabrizio Cadei. Notevole la Fregola al nero di seppia, ostriche centrifugate, porri e piselli. E il trancio di Centrolofo, internazionale.