SEXY per Fiorucci, allegra e golosa. Morbida. Sembra uscita da un mondo femminile la pizza al taglio, servita a trancio, di Spontini, dal 1953 nell’omonima via, forno a legna, padelle e otto posti sulle mensole di lato (ci andavo da studente), fino alla catena di oggi, 10 punti a Milano e due in Giappone. Un monoprodotto di successo che è stato studiato anche in Bocconi, come le scelte del suo amninistratore delegato Massimo Innocenti. Alta, morbida e croccante, perché fritta velocemente in padella, 5 minuti, a 400 gradi, una margherita con acciuga, poca. Riprovata dopo tanti anni in Spontini, è più leggera, sempre appetitosa e filante (cito Vinicio Capossela), con piatti e servizio ristorante. Democratica e giusta nel prezzo: 5 euro la normale, 6 l’abbondante nei Red Point a sedere. Ma solo 3,50 nei Black Point in piedi.

MASSIMO Innocenti, il manager che ha trasformato la pizzeria di famiglia in marchio da 21 milioni di fatturato nel 2016, ne racconta la storia “milanese e toscana, le nostre origini al Ponte Buggianese, fra Montecatini e Pistoia, sulla scia delle prime botteghe di Cibi Cotti, il pesce fritto era una novità, delle trattorie poi diventate ristoranti alla moda come Bice Mungai, sorella di mia nonna Santina. Quell’idea geniale non seppe rinnovarsi e i nostri punti vendita sono per la maggior parte degli ex Cibi Cotti, come il primo in Spontini, che abbiamo rilevato nel 1977 dalla famiglia Banti. Ho vissuto in America da ragazzo, loro sono convinti che questa pizza sia nata lì, la chiamano Chicago Style o Sicilian Style, dallo sfincione. E’ diventata la Pizza di Milano in tuttto il mondo”. La visione di marketing è precisa.

“Monoprodotto solo alleggerito, pochissima acciuga, olio di soia come in Oriente al posto dell’olio di semi vari. Filiera corta certificata, forni a legna tranne che in Fiera, dove è vietato. Servizio e permanenza veloci. La missione è creare una vera catena, come in America. Prima in città, prossimamente a Bergamo, due aperture, altre due in Giappone, il Nordest, Padova, Verona, Venezia, nel 2018 vorremmo scendere in Emilia e Romagna e Toscana. Poi a Roma. E stiamo parlando seriamente con gli Stati Uniti. L’obiettivo? Cento milioni di fatturato in 8 anni”