Buon gusto

A Cibo Nostrum il pesce povero di Ciccio Sultano

Eccedentario sarà lei. Stiamo parlando di specie ittiche nel Palazzo dei Duchi di Santo Stefano a Taormina, prima che inizi Cibo Nostrum, l’evento di charity e street food più importante d’Italia con Vico Equense. Oltre 50mila euro raccolti per la ricerca sul Morbo di Parkinson, decine di chef da tutt’Italia, produttori, cantine, i cuochi Fic di Rocco Pozzulo e Seby Sorbello, Pietro D’Agostino de La Capinera per Chic, ma c’era anche Marco Sacco, due stelle come Massimo Mantarro che giocava in casa come Roberto Toro. Il grande tonno di Afio Visalli e Blu Lab. E da qui ripartiamo, senza far torti a nessuno, perché parlare di pesce povero con esperti, capi dipartimento del Mipaaf, assessori regionali, ci aiuta a comprare e mangiare meglio.

I pesci “eccedentari” sono un terzo del nostro pescato e spesso vengono ributtati a mare perché deperibili e con poco mercato. Sono il sauro o sugarello, l’aguglia, il cefalo, la lampuga, sarda, sardina e acciuga, i più consumati con sgombri, naselli. La palamita, il tonnetto Alletterato. Il pesce Serra. Il pesce spatola o sciabola, riscoperto dagli chef. Noi che
compriamo specie alloctone dalla tracciabilità improbabile, in alternativa a orate e spigole (d’allevamento), li evitiamo perché non sappiamo pulirli, cucinarli e spinarli nel piatto. Ciccio Sultano, due stelle a Ibla, ha parlato del progetto di trasformazione e conservazione con l’armatore Nino Testa, «pesce povero appena pescato in olio extravergine di alta qualità che poi non va buttato ma usato come una colatura preziosa». Lo aspettiamo.

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