VEDI I VIDEO Il sonetto 73 tradotto da Giorgio Melchiori , … e da Guido Ceronetti , Il sonetto 73 in ingleseTre sonetti di Shakespeare , La scena del balcone nel “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli

Firenze, 29 agosto 2014

Sonetto 73

Contempla in me quell’epoca dell’anno
Quando pallide foglie, poche o nessuna, pendono
Da quei rami tremanti contro il freddo,
Nudi cori in rovina, ove dolci cantarono gli uccelli.
Tu vedi in me il crepuscolo di un giorno,
Quale dopo il tramonto svanisce all’occidente,
Subito avvolto nella notte nera,
Gemella della morte, che tutto sigilla nel riposo.
Tu vedi in me il languire di quel fuoco,
Che aleggia sulle ceneri della propria giovinezza,
Come sul letto di morte su cui dovrà spirare,
Consunto da ciò che già fu suo alimento.
Questo tu vedi, che fa il tuo amore più forte,
A degnamente amare chi presto ti verrà meno.

(traduzione di Giorgio Melchiori, 1965)

Quel tempo dell’anno puoi vedere in me
Quando, fatte rare dalla caduta, pendono
Ingiallite le foglie dai rami assiderati,
Cantoríe di rovina dove dolci uccellini
Cantavano.
Tu vedi in me il giorno che finisce,
Il suo svanire a Ovest dietro al sole
Tramontato quando la nera Notte
Lo porta via di colpo, e la gemella della Morte
Affonda tutto e tutti nel riposo.
Tu vedi in me il fuoco languescente
Che nelle ceneri della sua giovinezza
Ancora ha slanci e il suo stesso alimento
Lo va spegnendo, come nel posarsi
Estremo del sospiro.
E questa percezione fa il tuo amore
Piú forte: tu con piú ardore ami
Colui che presto ti dovrà lasciare.

(traduzione di Guido Ceronetti, 2008)

Sonnet 73

That time of year thou mayst in me behold
When yellow leaves, or none, or few, do hang
Upon those boughs which shake against the cold,
Bare rn’wd choirs, where late the sweet birds sang.
In me thou see’st the twilight of such day
As after sunset fadeth in the west,
Which by and by black night doth take away,
Death’s second self, that seals up all in rest.
In me thou see’st the glowing of such fire
That on the ashes of his youth doth lie,
As the deathbed whereon it must expire,
Consumed with that which it was nourished by.
This thou perceiv’st, which makes thy love more strong,
To love that well which thou must leave ere long.

William Shakespeare

(da Sonnets)

Seguici anche sulla Pagina Facebook del Premio Letterario Castelfiorentino

ARCHIVIO POST PRECEDENTI

Luzi, il fulgore e la tenebra , L’approdo di Primo Levi , Jaroslav Seifert e il sapore di Praga , Valerio Magrelli. i testi e l’intervista , L’amore secondo Salinas. ‘Eterna presenza’ , I prati del sole di Antonia Pozzi , Tra fuoco e veglia. William Butler Yeats , Il canto popolare di Pasolini , Il sabato di Leopardi , Notte di San Lorenzo con Giovanni Pascoli , Kavafis, il viaggio e l’isola , Montale e la casa sul mare , L’innamorata di Paul Eluard , Annegare nel tempo. Cardarelli Ferragosto con Madame Centaure e Daria MenicantiIl sogno di Paul Verlaine , Anniversario Palazzeschi 1974-2014 La patria lontana di Marina Cvetaeva , Lorca, la notte e il nome , Quasimodo e il cuore che resta , Il sogno di Pablo Neruda , Il padre di Sylvia Plath , Philip Larkin. Mamma e papà ti fottono , Borges, i limiti e l’infinito , La moglie di Umberto Saba , La Senna e gli amori. Apollinaire e il ponte Mirabeau , Anniversario Cesare Pavese 1950-2014L’arabesco di Dino Campana

NOTIZIE DI POESIA 2012 , NOTIZIE DI POESIA 2013 , NOTIZIE DI POESIA gennaio-marzo 2014 , NOTIZIE DI POESIA aprile-giugno 2014 , NOTIZIE DI POESIA luglio 2014