VEDI I VIDEO “Visione veneziana”, versi di Angiolo Orvieto, musica di Renato Brogi, cantata da Gino Bechi , Da “Il fanciullino” di Giovanni Pascoli , Ancora Pascoli: “L’assiuolo” , “La sera fiesolana” di Gabriele D’Annunzio letta da Vittorio Gassman

Firenze,  17 novembre 2015 – Articolo pubblicato su “La Nazione” di oggi.

Storico premio di narrativa
Libri per ragazzi. Ecco il “Laura Orvieto”

È un premio biennale che ha già alle spalle una sua lunga storia ed ha per protagonista la narrativa per i ragazzi. Torna il “Premio Laura Orvieto”, promosso dal Gabinetto Vieusseux e dalla Fondazione del premio, con una giuria di esperti brillantemente presieduta da Carla Poesio.

Il premio vanta radici antiche, essendo stato istituito nel 1953, all’indomani della morte di Laura Cantoni Orvieto, moglie del direttore della celebre rivista fiorentina “Il Marzocco” Angiolo Orvieto e apprezzata autrice di libri per ragazzi ancor oggi ristampati e letti: libri intrisi di spirito laico e idee pedagogiche allora molto innovative, dal discusso Leo e Lia, a La nascita di Roma, alle Storie della storia del mondo dedicate a eroi, fatti e leggende dell’antica Grecia.

Due le sezioni previste dal regolamento (la prima per bambini, la seconda per ragazzi) e copioso e pregevole il materiale in gara, a tal punto che la giuria ha dovuto tenersi ampia nel segnalare e nel conferire menzioni di merito, pur riservando il premio assoluto a due sole pubblicazioni: due testi destinati forse a diventare, vista la loro intrinseca qualità, futuri classici della letteratura per la gioventù.

Si sono così imposti Mio padre il grande pirata di Davide Calì, con illustrazioni di Maurizio A.C. Quarello (Orecchio Acerbo Editore) e Fuori fuoco di Chiara Carminati (Bompiani). La premiazione, scandita da videoproiezioni e musiche, alla Sala Ferri in Palazzo Strozzi domani mattina, dalle ore 10.

Marco Marchi

Visione veneziana

Grandi cumuli di rose,
di giunchiglie, di verbene,
di gerani e tuberose,
la mia gondola contiene.

Essa fissa nell’aurora
che sorride sul canale,
che i palazzi grigi sfiora
col suo bacio d’immortale.

Presso ad una testa bionda
che fra le verbene affonda
e di rose s’incorona,
il mio capo s’abbandona.

E la gondola ci culla
tutti e due soavemente,
ma la pallida fanciulla
nulla vede e nulla sente.

Chiuse son le lunghe ciglia
sovra il sogno mattutino,
ella sembra una giunchiglia
sotto il cielo cilestrino.

Nell’aurora, fra gli odori
dei bei cumuli di fiori,
questa gondola mi porta
con la mia diletta morta.

Angiolo Orvieto

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