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Firenze, 12 gennaio 2016 – Ricordando l’anniversario della nascita di Camillo Sbarbaro (Santa Margherita Ligure, Genova, 12 gennaio 1888 ).

Taci, anima stanca di godere

Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all’uno e all’altro vai
rassegnata).

Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d’ira o di speranza,
e neppure di tedio.
                                Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena

d’una rassegnazione disperata.
Non ci stupiremmo,
non è vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato…

                Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.

E gli alberi son alberi, le case
sono case, le donne

che passano son donne, e tutto quello
che è, soltanto quel che è.
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grande
deserto.

                Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.

Camillo Sbarbaro

(da Pianissimo)

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