VEDI I VIDEO Valerio Magrelli legge “Ritratto del padre da saltimbanco” e altre poesie Valerio Magrelli si racconta al Premio Letterario Castelfiorentino 2014, prima parte… e seconda parte , “L’io, il padre e il figlio”, testi da “Il sangue amaro” e “Geologia di un padre”  letti da Francesco Manetti

Firenze,  9 luglio 2016 – Valerio Magrelli rappresenta una delle figure di maggior spicco della letteratura italiana contemporanea: figura i cui valori e i cui meriti dipendono da una costitutiva, fondamentale e fondante vocazione. Magrelli ha precocemente risposto alla chiamata poetica, facendosi autore di opere che hanno lasciato un segno sicuro, incisivo ed indelebile, nell’evolversi del quadro storiografico-culturale contemporaneo di cui sono state, nel corso di tanti anni, parte attiva: dal libro del debutto del 1980 Ora serrata retinae a Nature e venature, da Esercizi di tiptologia, Didascalie per la lettura di un giornale e Disturbi del sistema binario all’antologico Poesie e altre poesie del 1996 e al recente Il sangue amaro edito da Einaudi.

A questa qualificante attività in versi, che prima e più di ogni altra lo connota, il poeta ha abbinato altre sfaccettature del suo ritratto letterario: dal traduttore al saggista, dall’antologista allo scrittore in prosa, all’autore di un anomalo e affascinante romanzo come Geologia di un padre, in cui l’evocazione della figura genitoriale consegue, per via di artistiche risorse sapientemente accondiscese, un’attendibile messa a fuoco per via familiare dell’immagine di chi racconta e, insieme, un ampliamento in senso universalizzante del grande tema paterno che già in autori classici come Kafka e Tozzi ha trovato insigni esploratori e interpreti.

Poeta di vasta e raffinata cultura, che spazia dalla filosofia alle arti visive, dalla musica al cinema, Magrelli ha rivolto così alla scrittura la sua richiesta di riflessione sul presente: una riflessione ancorata ad un linguaggio di tono medio, discorsivo e nel contempo intellettualmente nutrito, in grado di cogliere le relazioni profonde tra l’io e il mondo, con un tratto all’apparenza svagato, in realtà ironico e dolorosamente implicato nelle contraddizioni del nostro tempo. Fino a quei sensibili slittamenti nei territori di una tesa protesta civile di cui l’ultimo libro di versi Il sangue amaro – tra concentrato diarismo e flusso poematico, atmosfere tragicamente inquinate dell’oggi e atterrita visione del vuoto – si fa responsabile portavoce.

Marco Marchi

Ritratto del padre da saltimbanco

I.

Io sono il Darix Togni dei miei figli.
Li faccio camminare su due zampe
o saltare nel cerchio
di fuoco del mio affetto.
Metto la testa nelle loro fauci.
Metto il mio cuore nelle loro fauci.
E questa frusta per tenerli a bada
è la stessa con cui scaccio il silenzio
che soffia sulla tenda
quando resto solo.

II.

Anche l’acrobata sono,
dei miei figli,
e passo volteggiando
alto
dall’uno all’altro
(sembra difficile,
però sono tranquillo
pensando che qui sotto c’è la rete nuziale).

III.

La famiglia è composta
da inservienti, le belve,
clown, domatori e trapezisti.
Il pubblico è composto da famiglie.
Ma infine, ecco,
fammi fare la pista,
lo spazio,
la terra battuta.

Valerio Magrelli 

(da Didascalie per la lettura di un giornale, 1999)

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