Chiara Scidone
“Ossi di seppia”, una delle mie raccolte preferite in assoluto. Trovo affascinante il sentimento di emarginazione che prova Montale, il modo in cui esprime il suo disagio e dolore esistenziale. Nonostante il “male di vivere”, ne “i limoni”, io ci vedo comunque un bagliore di speranza, come se Montale potesse comunicare con la natura e capire cosa essa vuole trasmettergli, anche se alla fine, data la tendenza pessimistica del poeta, la speranza svanisce nel nulla. Un’altra poesia che trovo bellissima è “meriggiare pallido e assorto”.
Damiano Malabaila
Come dimenticare la prima volta che, aperti gli “Ossi di seppia”, ci siamo imbattuti in questi versi? Fu immediata la sensazione di essere davanti a qualcosa di rivoluzionario, di epocale…
Marco Capecchi
Stupenda
Altri libertini
Un ritratto magnifico di un poeta che non smetterà mai di stupirci per la modernità del suo pensiero e l’attraversamento consapevole della tradizione. Nel lessico di I limoni, che è una sorta di manifesto poetico, trova spazio anche l’anguilla. Simbolo evocativo della vita e della poesia, molti anni più tardi conquisterà il ruolo di protagonista in Bufera, alla ricerca di “paradisi di fecondazione”. Romano Luperini ci ricorda che, in questo componimento, “la resistenza, la tenacia, gli attributi dell’eticità montaliana pertengono ora al biologico, all’istinto vitale, al freudiano principio di piacere”. Volontà di ricercare un altrove da abitare, lo slancio che ritroviamo dentro noi stessi e che Montale ha mostrato nei suoi versi. Massimiliano Bertelli
Maria Antonietta Rauti
Forte, quasi aggressivo il richiamo dannunziano. Quello dell’ “Ascolta” sensoriale, quello del richiamo al silenzio… Quello dello sguardo che cade sul giallo delle “ginestre fulgenti”.
Splendido Montale che si fa catturare dallo stesso colore che irradia luce, che accompagna la vita…
Il “tace”-re dannunziano diventa “i silenzi in cui si vede” come il divino si incarna… E, poi, ancora “la pioggia” che incupisce, anche l’anima… avvolta da quella rima interna che la fa sopravvivere tra il giallo dei limoni di una corte, forse emblema di vita comune, che riesce a far sciogliere il cuore di ghiaccio di chi, ormai,si sente perso…
Duccio Mugnai
La maglia rotta della rete, l’anello che non tiene; son qualcosa che Montale e la sua poesia non raggiungeranno mai. Tuttavia, attraverso questa inesausta ricerca, dove l’autore si immerge “[…] in questi silenzi in cui le cose / s’abbandonano e sembrano vicine / a tradire il loro ultimo segreto”, appaiono lampi di luce, effimeri, ma trasognati di speranza, come il giallo dei limoni o del “girasole”, fulminei passaggi di tempo e di colori nell’aridità della vita, che si smaterializza solo per un istante, come il tuffo di Esterina.