Chi conosce la lingua russa ci dice del ritmo trocaico e martellante di questa poesia e la contrappone al ritmo giambico dolce e melodioso di altre poesie più elegiache: io nulla so di tutto questo, eppure amo moltissimo, da profana, la poesia di Osip Mandel’štam, catturata dalla magica purezza dei suoi versi. “Perché l’anima è così melodiosa? canta e ci incanta, rendendo struggenti e concreti gli enigmi esistenziali che ci affliggono… La vita è quella che ci appare riflessa nella sua deformità nell’acqua gelida di una botte, in cui si può sciogliere l’immagine illusoria di una stella come se fosse di sale. Una poesia amara, priva di illusioni, lucidamente profetica, scritta nel 1921, dopo la fucilazione dell’amico Gumilev… Molte delle meravigliose creazioni poetiche di Osip sono arrivate a noi solo grazie alla determinazione e all’amore della moglie Nadežda che le imparò a memoria per salvarle dalla furia iconoclasta del regime. Grazie, Nadežda, l’umanità ti sarà perennemente grata.
Una poesia bellissima, questa di Saffo, che con delicatezza descrive gli effetti fisici dell’amore, quando gli occhi sono colmi di meraviglia e la persona amata ci appare davvero un essere soprannaturale! In un altro carme, di cui ci resta purtroppo solo un frammento, Saffo scrive: “Alzate l’architrave, carpentieri, lo sposo, simile a un dio, è arrivato” (cito a memoria), facendo ancora una volta allusione alla potenza dell’amore che ci fa apparire la persona amata bella come una divinità. Nel frammento vi era forse anche un’allusione alle doti amatorie degne di un dio dello sposo, ma questo nulla toglie alla bellezza dell’immagine e alla capacità che Saffo ha di descrivere le emozioni legate all’amore. Un’ultima considerazione: questa poesia, scritta circa seicento anni prima dell’era cristiana fu scritta da una donna!